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proprio al naturale ! Che c'è ? gli fu domandato con ansia. Una parete di Cavol Fiori ! La scoperta era troppo rara perché non fosse degna di rimanere ai posteri, e perciò la chiamammo la Spelonca dei Cavol Fiori !. Tornando adunque alla Caverna a mano dritta, essa nell'ingresso è assai basta, contando metri 2,40 dilarghezza, ma poi sempre più diminuisce. Poca è l'acqua che vi scorre, talmente che passandovisi in molti punti a piedi asciutti, ha fatto supporre il Bertacchi che siano semplici scoli e nulla più. S'incontrano per via dei bei colaticci tutti fatti a foglie grandissime sporgenti in giù e mille altre grottesche figure che rappresentano alberi boscherecci ed anche teste e figure di animali. Questi colaticci portati all'aria non sono più nulla, ma veduti là dentro coi lumi fanno una figura stupenda. Si cammina un bel tratto senza paura di batter la testa nel soffitto, ed il Bertacchi che l'ha misurata, ci assicura che è metri 36 a partire dal solito bivio. Ma non è sempre la via dell'orto, intendiamoci, poiché in molti luoghi appena ci si passa di fianco, ed in un punto segnatamente dovendo passare fra due scogli che si combaciano, bisogna andarci quasi a giacere con pericolo prossimo di tuffar la pancia o il dorso nel pozzo dell'acqua che è sotto, come avvenne all'Avv. Magri. La disgrazia però non fu grande ; andammo avanti, e dopo questo passo assai angusto, trovammo una caverna piccola e bassa, dall'alto della quale gocciava dell'acqua in poca quantità. Dopo di che avvi un masso a guisa di poggio, e costassù termina in una buca, che sarebbe stata assai grande da passarci una persona a giacere, se un dispettoso colaticcio non vi avesse formato nel bel mezzo una colonna, talché ora appena ci passa una testa, e la dentro si può vedere una cascata d'acqua e un foro a guisa di fogna che la riceve, il quale dove vada a terminare vattelo a pesca. Ma quella colonna, che c'impediva di vedere tutta la bella cascata, che era al di là, concitò contro di se l'ira di tutti e scoppiò unanime un grido : bisogna abbatterla ! Il coraggioso ed esperto Diversi (la ristrettezza del luogo non ammette più d'uno) rivolse contro di lei le punte, gli scalpelli, i mazzuoli ; l'assalì di fronte, da tergo ; la percosse, la urtò terribilmente, ostinatamente, ma la colonna stette salda e parve rispondere al temerario distruggitore : Ti affatichi invano : qui sta scritto. "Non plus ultra !" Gli amici lasciato questo punto che chiamarono "La Colonna d'Ercole" si rivoltarono brontolando contro la sorte che non li aveva voluti aiutare. Ma appena fatti pochi passi udimmo la voce del Diversi che gridava : Zitto, zitto, fermi !... Questa voce fece il medesimo effetto di una molla che scatta, e rimanemmo tutti attoniti. Il Diversi è già per aria, stacca da uno scoglio un globo nero, lo avvolge in fretta in un fazzoletto,... Era un Pipistrello ! Eh... misericordia !... Gridava il Diori. Per un pipistrello !... Adagio, caro Diori, è un pipistrello, sta bene, ma è altresì un abitatore di questa spelonca e mi pare che meriti di essere osservato Lui come tutte le altre cose che qui s'incontrano. Perché ci dovremmo occupare di tutto il resto e non dovremmo occuparci dei suoi abitatori, esseri viventi in carne ed ossa ? A me sembrerebbe quasi una contradizione. Sarebbe come se... vuoi vederlo ?... Aspetta, ti porterò un paragone. Se tu vai a Cardoso ed entri in quel magnifico palazzo con quel bel giardino del Toti, se dopo aver ammirato tutte le bellezze che vi sono, ti dicessero che è abitato da un uomo, non ti verrebbe la curiosità di sapere chi è costui ? Si... Dunque perché non dobbiamo fare altrettanto anche noi rapporto al nostro Pipistrello ? Tu mi risponderai da capo che è un Pipistrello, e crederai forse che tutti i pipistrelli siano la stessa cosa. Ma la scienza ne riconosce un'immensa famiglia, sparsa abbondantemente in tutte le regioni del globo, ricca di generi, ricchissima di specie, diverse di struttura, d'indole, di costumi, la cui storia tutt'ora poco conosciuta, è nondimeno interessantissima. L'Italia sola ne vanta 25 specie all'incirca (A. Stoppani Il Bel paese pag. 341). Ma poi i pipistrelli hanno in se stessi qualche cosa di particolare. Aristotele e Plinio, babbi della storia naturale, non iscorsero nelle nottole altro che uccelli di natura singolare ; ed è singolare davvero un uccello senza piume, senza becco, armato di denti come una tigre, di orecchi come un asino, coperto di pelo come un topo, che non fa uova, non costruisce nido, e allatta i suoi piccini. Gli antichi pare che prendessero dai pipistrelli il modello delle loro Arpie, Dee della fame, mezzo uccelli e mezzo fanciulle : nel medio evo i pipistrelli erano gli immancabili compagni delle streghe, e fra noi non sono ancora spente simili credenze. Ne vuoi di più ? Anche l'arte moderna togliendo in prestito le piume dei variopinti uccelletti per fornire le ali agli angioli, non seppe trovare pel diavolo altre ali che quelle dei pipistrelli. Adunque un essere di questa natura non ti par meritevole neppur di uno sguardo ? Io credo di si. Anzi questo pipistrello ha qualche cosa in se da interessare la curiosità di tutti. Cer-tamente non è uno dei pipistrelli, che abitano le soffitte delle nostre case di Barga ; non è un mezzo topo e mezzo uccello, il suo tipo è di genere diverso. Quella bocca però fatta a ferro di cavallo, con due file di fitti ed acutissimi denti, quelle escrescenze crestate che porta sul naso, bastantemente lo tradiscono, lo manifestano. Egli non è la fata né lo stregone delle nostre mamme, ms neppure è l'innocente che vorrebbe mostrarsi, è un Rinofolo a ferro di cavallo (3), è un Vampiro ? ... Un Vampiro ? (diceva il Diori) Ma dunque le nostre mamme non avevano tutti i torti !... Sicuramente. Snudati i fatti dalle favole, non avremo più la Fata né lo Stregone, ma abbiamo un nemico vero, reale, vivente, che abita nascosto in coteste caverne. Dalli, Dalli ! Ammazzalo, ammazzalo ! è uno stregone, un crudele, un sanguinario !... morte al Rinolofo, morte al Vampiro !... Chi avesse sentito di fuori questo fracasso di voci entro quella cupa caverna avrebbe forse pensato che vi fosse una mezza rivoluzione. Povero pipistrello ! E dire che tutta questa ressa si faceva intorno a lui, già incatenato come un vero galeotto, senza che si sentisse reo della minima copla ! Dire che si condannava a morte senza aver commesso un delitto ! Eppure egli sarebbe stato ucciso senza misericordia, se non avesse avuto potenti avvocati in suo favore, ma non poté schivare per lo meno la carcere che gli venne apprestata all'istante. E vedi la fatalità, anche la carcere stessa fu un nuovo martirio per il relegato. Non fu una carcere oscura, come si da a tutti i cilpevoli (sarebbe stato il suo gusto), ma fu una carcere chiara, lucida, anzi esposta ai raggi meridiani del sole perché più lo tormentassero ; fu rinchiuso in una lanterna ! Povero pipistrello, che ore tormentose dovettero essere quelle per lui ! Ma pure non si smarrì, lottò gloriosamente contro le catene che lo tenevano avvinto, ed a Cardoso riconquistò la sua libertà. Sarà tornato a risalutare la sua spelonca, che noi chiamammo la Sala dei Vampiri. La seconda caverna a mano sinistra è un'altra spelonca che nel suo principio è larga metri 1,80, ma dipoi si fa più angusta, e vi scorre una copiosa e ghiacciatissima acqua quantunque poco profonda, talmenteché bisogna spalancare le gambe su per gli scogli o massi, che formano le irregolari pareti della grotta, per non volersi bagnare. S'incontrano per via le stesse grottesche figure, e penetrati in dentro metri 26,40 lungi dal bivio, si trova un recinto di figura circolare a guisa di una conserva d'acqua, che termina in alto a foggia di cu-pola. Di qui si sale un altro foro cavernoso, d'onde sgorga una limpidissima acqua, la quale a guisa di fonte artefatto cade dalla grotta a mano destra in una piccola vasca. Dopo questa caverna, voltando a mano sinistra, si scende in un angusto recinto cavernoso e più in la non si può andare, essendovi una buca strettissima, da cui scorre una piccolissima acqua. È metri 34,80 misurata dal già rammentato Bertacchi cominciando dal solito bivio. Tornammo indietro, ma quando fummo alla svoltata, alzando i lumi per aria ci accorgemmo che in alto era vuota. Il Bertacchi, che ne ha fatta la descrizione più precisa che io conosca, non l'ha descritta né |