scende rapidamente colla pendenza del 40% mentre l'altro a sinistra sale con pendenza del 30%. Il primo dopo metri 4,60 conduce ad un piccolo lago, in corrispondenza del quale il soffitto della spelonca torna ad abbassarsi distando dallo specchio del lago soli metri 0,60. Uguale altezza misura l'acqua del lago per cui dal soffitto al suolo della Caverna avvi solo un metro e venti centimetri di di-stanza. Penosissimo è il procedere oltre, perché mentre l'acqua arriva fin sopra il ginocchio, è obbligato il dorso a mantenersi piegato in linea pressoché orizzontale. Oltre a ciò l'acqua è freschissima o quasi gelata anche in estate. Pur nonostante desiderando conoscere se nuovo percorso esistesse oltre il lago, s'indusse una delle guide ad oltrepassarlo, e si riuscì, non senza fatica e disagio, nell'intento. Ma precorsi altri sei metri e così giunti al termine del lago si riscontrò una elevazione repentina nel soffitto della volta che permise all'esploratore di mettersi in piedi, ed immediatamente dopo aver fatti metri 1,20 oltre questa misura, il meandro trovossi chiuso a fondo di sacco. Il ramo a sinistra di chi entra ha una larghezza di metri 0,90 ed un'altezza di un metro. Sale come si è detto il 30 % ed alla distanza di metri 3,10 piega bruscamente a sinistra e presenta inaspettato un abisso nel fondo, provvidenzialmente reso visibile dai fanali che rischiaravano l'antro. Gettammo un sasso nel baratro ed immediatamente lo sentimmo cadere nell'acqua. Una delle guide imprese a discendere nel pozzo, la struttura umida delle pareti permettendo di reggersi premendo contro le medesime, anche per esser solo metri 0,80 l'una dall'altra distanti ; ad appena ne vedemmo sparire la testa, e mentre si calava un lampione per fornirlo di luce, la guida ci avvertì che toccava l'acqua coi piedi e ben presto raggiunse anche il fondo. Mentre si osservavano le pareti del pozzo uno di noi stando in riva al laghetto del ramo destro di cui si è parlato sopra, vide la luce proiettata dal fanale, che l'uomo del pozzo teneva in mano, cosicché fu scoperta la comunicazione sotterranea fra i due rami della caverna mediante in prolungamento del laghetto fino al punto del foraccio sinistro. Questa caverna è in istato di naturale ingrandimento per effetto delle acque, che probabilmente hanno ingresso nel lago per la volta del citato pozzo, ed ingresso per la bocca della spelonca. Vedendosi infatti evidentemente segni di erosione sul fondo e sulle pareti, parziali scoscendimenti di queste, prodotti senza dubbio dall'azione delle acque che in occasione di grandi piogge infiltratesi nel laghetto e portatele al livello del punto più alto della caverna, si scaricano poi per la bocca di questa. La roccia su cui si apre, è la solita specie di Albarese, carbonato cioè calcare dell'epoca Cretacea per quanto presenti qualche carattere Pliocenico e lasci su questo particolare qualche dubbio non avendo potuto riconoscervi alcuna traccia di fossili. Prima di scendere dalla Caverna scrivemmo mediante lo scalpello le iniziali dei nostri nomi e l'anno 1880, parte sulla parete destra e parte nella sinistra della spelonca presso la bocca d'entratura. Fin qui l'Ingegnere Salvi. Il più curioso di questo punto è il vedere in una grotta nuda, brulla, ad un'altezza così vistosa, affac-ciarsi a cotesta buca una persona. Si resta stupefatti e noi ne sperimentammo l'effetto in un momento in cui ci sparì il Diversi, e chiamatolo ad alta voce si affacciò colla berrettina in capo, cogli occhiali, col mazzuolo da una mano ed una punta dall'altra ; non pareva più lui, ma aveva qualche cosa di strano, di fantastico, d'ideale. L'Avv. Magri, che vi salì e lo vide scolpire i nostri nomi, ce lo dipinse per una specie di Mago. Non sfuggì l'idea e i nostri amici battezzarono la Caverna "La Reggia d'Ismeno". Dicevano i vicini che tempo indietro c'era un Caprifico, non piccolo come oggi, ma piuttosto alto, e arrampicandosi su per il medesimo, i ragazzi del luogo la salivano con tutta facilità. Oggi certamente senza scalo non ci si penetra. Altri ancora dicevano che il muro di sopra descritto arrivava ad una tale altezza per cui restava facile ascendervi, na non osservandovi nessun vestigio di muramento nella grotta, non può asserirsi nulla in proposito. In distanza dal gran muraglione, circa metri 24, ha il suo ingresso la vasta spelonca formandone la descritta curva la facciata, e lo spazio che passa dal muro al detto ingresso essendone come il vestibolo. Quivi pertanto s'insena nel monte la spaziosa Grotta, prendendo la figura di una vasta e dritta sala, che all'ingresso è metri 10,80, e alta 5,40, e la sua lunghezza in linea retta non è minore di metri 89. Tutta la spelonca ha sopra di sé un soffitto natu-rale dell'istessa qualità di pietra, di cui è tutto il monte, fatto a lastre piane inclinate al Sud-Ovest, della qual pietra sono pure le pareti, le quali dove più si allargano e dove più si ristringono, talché in fondo, dove è il bivio che si descriverà fra poco, la larghezza si riduce a soli metri 4,80, e qui il soffitto alzandosi nel mezzo più che lateralmente, prende quasi la figura di padiglione. Dal suddetto bivio fino all'ingresso della grotta, dalla parte inclinata è alto metri 3 e dalla parte destra, dove più si alza, metri 4,20 le quali misure però non sono costantemente uguali per tutta la estensione della vasta sala, essendo il soffitto di un'altezza ineguale, ma che però poco si discosta da quella che si è data. Il piano è tutto di una specie di stallattite molto alta e dura ed è qua e là frammezzato da vaghe e scherzose vaschette dell'istessa qualità di stallattite coperte di muschio, e dalla parte sinistra le acque vi hanno depositato anche della rena e della terra. Una ricca sorgente d'acqua, a guisa di piccolo ruscello, l'attraversa nel fondo, e di poi passando la parete a mano destra e cadendo placidamente nelle descritte vasche, esce fuori della spelonca e dopo breve e tortuoso giro ha il suo esito dalla parte del muraglione e forma il piccolo rio, che sopra si è rammentato. Quest'acqua non può essere più limpida e fresca, e piacevol cosa ella è il vedere il suo fondo tutto ricoperto di pietruzze, quale di color di rubino e quale di un vaghissimo smeraldo. Si osservò che queste pietre al di sopra hanno quei vaghi e vistosi colori, ma di sotto sono la maggior parte di un giallo tendente al bianco, e dalla metà in su della parte della spelonca, che fin qui si è descritta, se ne trova una piccola quantità e solo alcuni orli delle vasche si vedono coloriti di rosso. I diversi colori di queste pietre nascono da diversi licheni formati nella loro superficie, alcuni dei quali esaminati al nostro ritorno (è sempre il Bertacchi che parla) col microscopio, si trovarono essere = Lichenis pulmonariis Crustacei substantiae Gelatinosae = Micheli Ordo XVI. Non può negarsi che l'acqua che irriga questa spelonca nell'inverno, allorché specialmente struggon le nevi, vi esca in gran copia, talché tutta la inondi, essendone una sicura riprova il vederla, sebbene in parte asciutta, tutta ricoperta di una minuta ghiaia, che dimostra esser quella che vi conduce e vi deposita l'acqua nelle maggiori sue inondazioni. Nella parete destra lungi dall'ingresso circa metri 15,60, si vede in alto una buca di una piccola caverna, nella quale sebbene con fatica essendo noi penetrati, si trovò che terminava dopo poche braccia di tortuoso giro. Tale è la grottesca sala, che è ciò che di più maestoso e meno orrido ha questa spelonca. Dopo metri 39,00 si divide essa in due Caverne, l'una delle quali prende la direzione a dritta, l'altra a sinistra. E qui finisce la luce e incomincian le tenebre entro le quali bisogna tuffarsi. Moccoli ! Moccoli ! Lanterne ! Lumi !... Tutto fu pronto ad un semplice cenno, e uno dopo l'altro (a coppia non ci si va davvero) ci avviammo verso l'interno della caverna a mano dritta. Ma qui prima di passare oltre conviene premettere, che in fondo alla sala nella parete che divide le due caverne si vede dalla parte sinistra verso la prima, ad una piccola altezza dal piano, un'apertura ovale. Penetrato in essa uno della compagnia, trovò due strade basse ed anguste talché gli convenne andarci quasi boccone. L'una corrisponde in alto nella parete della prima caverna, e l'altra in quella della seconda. Belli ! Belli ! gridava a squarcia gola l'amico, sembrano |