BARGA



Barga risiede a mezza costa dell'Appennino che scende nella valle del Serchio fra i torrenti Ania e Corsonna a 439 metri (1) sul livello del mare, capoluogo di mandamento, dalla natura più che dall'arte munita e difesa, con una popolazione di 3846 abitanti.

La sua origine si perde coi Secoli, e la sua ricerca, come per altri paesi, sarà forse per sempre infruttuosa.

Che la terra di Barga, dice  il Repetti, dipendesse dal governo Lucchese anche sotto i Marchesi di Toscana successori della Contessa Matilde (2) lo provano le cronache, e gli annali Pisani e Lucchesi specialmente all'anno 1169, allorché i Barghigiani impresero a sostenere il partito dei loro Cattani (3) fatti ribelli alla madre patria, e da essa ben presto puniti con la demolizione delle loro torri.

Tentarono nuovamente di emanciparsi da quella città nell'anno 1185 epoca nella quale Federico I° esentò i paesi della Garfagnana e i loro nobili dalla soggezione dei Lucchesi, affidando il governo a un Vicario regio nella persona del suo cortigiano Guglielmo Marchese di Pallodi.

Il Diploma contemporaneamente da quel Sovrano accordato ai Barghigiani, è diretto ai Consoli di quella Terra, ed è una prova non dubbia che sino dai tempi della Contessa Matilde esisteva in Barga un corpo Decurionale, una civile magistratura, indipendente da Signorie Baronali e della stessa Repubblica di Lucca. Alla quale ultima per altro il popolo di Barga per influenza politica ed ecclesiastica per vari secoli fu soggetto, e ad essa conservossi ligio e devoto.

Che i lucchesi innanzi e dopo l'anno 1185 esercitassero l'alto dominio sul territorio Barghigiano, lo dice il fatto che nel 1209, quando i Consoli di Lucca in presenza dell'Imperatore Ottone IV° dichiararono a nome del loro comune di annullare tutti i patti, giuramenti e ogni politica giurisdizione sopra i popoli della Garfagnana, mentre pochi mesi innanzi i Barghigiani avevano dovuto per giuramento obbligarsi di pagare i dazi e le collette imposte o da imporsi dalla repubblica medesima. (4)

Non è per altro che i reggitori di Lucca intendessero di buona voglia rinunziare ai loro diritti, o almeno non lo lascia credere la storia, la quale ci avverte di nuovi giuramenti di obbedienza prestati dai Barghigiani durante la ribellione promossa nella Garfagnana dalla Corte di Roma per l'eredità della Contessa Matilde. Per effetto di che il Pievano di Loppia fomentò nel 1230 i popoli del suo piviere (Barghigiano) ad allontarsi dall'obbedienza del proprio Vescovo e del governo Lucchese.

Loché fu cagione che da Lucca accorsero armate a vendicarsi del Pievano e dei ribelli che posero in catene, e il Paese con il suo contado misero a ferro e fuoco (5).

Era troppo naturale che ciò dovesse eccitare l'ira del Pontefice Gregorio IX° il quale fulminò dal Laterano (28 marzo 1231) una Bolla d'interdetto contro i Lucchesi ; per cui Barga in quell'anno assistita dai Pisani e dai Pistoiesi si ribellò e sostenne un ripetuto assedio, sino a che nel 1234  il Comune di Lucca riconciliatosi con Gregorio IX° momentaneamente gli rilasciò la Garfagnana con la Terra e Distretto di Barga. La qual Provincia fu dai Lucchesi riottenuta per denari da Federigo II° con tutto che questi ne avesse investito Ezio suo figlio naturale (6).

Le torbide fazioni di quel secolo suscitarono nuove dissenzioni fra i popoli della Garfagnana, e Barga per un istante ricusò obbedienza ai Lucchesi, cui si sottomise nel 1272 dopo la minaccia di un altro assedio.

Con tutto ciò il dominio della medesima terra non fu lungo tempo tranquillo ; e nuova occasione di dissapori, e di rivolte, nel 1298 si suscitò, fra la Vicaria di Barga e l'altra di Castiglione, (7) per motivo di confini tra il distretto Barghigiano e quello dei limitrofi popoli di Treppignana e del Silico, per le quali sommosse Gonzelino da Osimo Potestà di Lucca diresse 2700 soldati Lucchesi alla volta di Barga che assediarono, assalirono e quindi le sue mura castellane smantellarono (8).

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