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Rotta dall'imo del fatal suo diametro

Mostra aperta nel seno atra voragine.

Datan, Chore, ed Abiro or qui si aggirano,

E quì nel centro a tal sulfureo gurgite,

Quasi aggirati, e ricontorti in vortice,

Misti ravviso i fulminati Enceladi.

Egeon, Briareo, Gige, centimani,

Ed Aloo con Tifeo, stirpe di Titane,

Di cui già s'ode il sol sospiro, e il gemito.

Salmoneo temerario, e oh quanti Eolidi,

Che per falsa deità minaci, e turgidi

Del Ciel tuonante ad imitar lo strepito,

Con insultante ardor, stolti si diedero !

Quanti Tizj profani, indegni, e sordidi,

Prestavan ivi all'augel vorace, il pascolo,

Col rinascente lor bronco dell'epate !

Quivi mirar gli scelerati Lapiti,

Gli audaci Issioni, i rei Piritoi,

Per gran lume fatale, oggi vien datomi,

Dal flagell'aggirati in tortil circolo,

Co Tesei confinati a dura selice ;

Ed a brama, che crucia, i rei famelici !

Quì d'ingiusta uccision : d'impuri adulteri,


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E di rei detenuti in stretto ergastulo,

Scorgo aggirarsi ormai turba grandissima ;

Quali tutti adombrò la dea dall'Albero !

Seguono quindi in altra parte, ed erema,

Quasi privi di senso, e resi stupidi,

Ma nel suo mal'osar giurati, e stabili,

Chi di lesa Maestade avvolse il crimine,

E già tradir de suoi Signor le destere,

Per tirar fuoco ostil contro la Patria,

Che lungo fora il quì formarne epilogo ;

Quali attende severo, aspro martirio,

Dopo, che dal sublime Augel belligero

Porterassi dal Cielo il missil fulmine,

Che folgorante è solo in mano a Cesare !

Dico a Cesare il Grande, Invitto e Nobile,

E de' Cesari all'Alta Austriaca Sobole,

Che da Cesari ormai, per tanti secoli,

Vanta, e vantar Le dia lunga Prosapia

Quell'Alma, Eterna, ed Adorabil Triade,

Ch'Una in essenza, ed in Persona è Triplice ;

E de' nostri Signor veglia al regimine.

Viva gli Augusti Nomi, e il Ciel feliciti

Con Pia Benedizion quell'Alme eroiche,


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Che fugaron dal sen di tutta Italia,

L'empietà, l'ignominia, e la barbarie !

Viva ! viva, esclamate, o eletti Popoli !

Gli ampj tratti del Mar, la Terra, e l'Etere,

Di lieti Evviva ormai tutti risuonino !

Viva degli Austro-Russi a i Duci acerrimi,

A Carlo e Costantino, Eroi del secolo,

Ambi di Marte, i Semidei fulminei ;

A Suvvarovv, e suoi colleghi, e comiti !

Morte a Tiranni rei d'empia Repubblica :

Fuoco all'Insegna vil di oscena Femina :

Taglio all'Emblema van di un tronco arboreo :

Sangue, e vendetta al Giacobismo or cognito ;

Novello istigator d'atre Zizzanie !

Viva : e gl'alterni Evviva, a noi sì tornino :

Via la Chiesa Santa, ed Apostolica :

Viva l'inclita in Ciel, Maria Santissima :

Viva 'l Dio domator de i mostri gallici :

Viva 'l Dio d'Isdrael, Dio degli eserciti !

Così gli empj, una volta al fine imparino,

Pietà, Giustizia, e a non sprezzare i Numini !

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