Di scellerati. Signor, che de' mortali hai 'l Sommo Imperio, Porgi al calamo mio celeste aita, Che l'ombre a riferir del Tronco aerio, Ora m'invita. Al Tuo fervido Genio Aristocratico, Ch'in Trionfi Plebei spesso Ti mena, Sacra 'l suono, o Cardosi Anti...mocratico Silvestre Avena. Deh ! non sdegnar, che un Pastorello ignobile, Sol'avvezzo al tugurio, e alla capanna, Osi cantarti all'uscio eletto, e nobile, Con rozza Canna. Quest'è l'Alber feral, che in empio emblemate, Libertade, e Uguaglianza ista, che fremano : E nel fissarsi in così rio problemate I buoni tremano. 6 Cert'ingegni bizzarri, empj, o diabolici, Dall'Olmaccio de' sogni a i Laghi Stigi, Lo tolsero : e n'ornaro i non cattolici, Gli orti a Parigi. Ivi ben colta l'infernal propagine, Sparser l'innesto al Popolo di Cristo : E talun con sottil, ma nota indagine, Ne fece acquisto. E s'un alber', un dì, le due bell'Anime Tradì col senso d'interdetto frutto ; Questo non men faria cadere esanime, Il Mondo tutto. Con ciglio asciutto chi potrà vedere l'infande schiere, che li fan corona ! Già, già risuona d'empia turba il grido, Né ben m'affido a riferirne i mostri ! Negli ermi chiostri,in giro,e al Tronco intorno, Qual'in soggiorno reo s'erge l'insulto, Tra fier tumulto, ch'un vil'antro inghiotte ! Per lenta notte, e qual tra lume oscuro, Che mal sicuro invia Luna trall'ombre, Prestarsi sgombre di mortal sue salme, Sembran cert'Alme nella fantasia, 7 Se i sensi oblia la mente, e posa in pace ; Così la face alzar mi sembra, e scuota, Con doppia ruota, la crudele Aletto ! E dal rio petto la sleal Megera Urlar : sì pera, all'altra Suora accanto, Ogni Real Manto, e ogni più vasto Impero ! In atto fiero, e in un canton, che langue, Misto tral sangue, sviscerar se stesso, L'odio complesso insiem, parmi, e la rabbia, Morder le labbia, e vomitar veleno Dal tristo seno, e la squallente invidia, Con sua perfidia, e bieche luci, e torte, Destar la morte a desolare il Mondo ! Oh qual profondo s'apre, e cieco abisso, Se miro fisso, a gli occhj miei, per tutto ! Il pianto, e il lutto, e le pressanti, e dure, Nojose cure : il morbo, ed il dolore, Col reo timore è unito, e ogn'altro infando Vizio esecrando, e la mal grata fame, Che con sue trame, il varco apre alla guerra ! E già desserra, la Discordia, infeste, Viperee creste dalle tempia, e attende, Priva di bende, e dissetare ogn'angue 8 Col caldo sangue di Parenti, e Amici ! Ombre infelici ! allor esclamo, e un grido |