nerabile sacramentum, virgo peperit creatorem, animalia cognoverunt in praesepe salvatorem mundi.

Nel terzo specchio, che guarda la navata centrale ed è il più importante, si vedono i re magi, chiamati e guidati dalla stella, che corrono coi loro cavalli sellati portanti doni ; la Vergine seduta col bambino sulle ginocchia, che riceve con una manina il dono di quello già sceso da cavallo. Nel centro dello specchio si ammira il caratteristico gruppo dei quattro Evangelisti, così disposti : Nel mezzo una figura umana, che tiene un libro colle braccia incrociate sul petto, raffigurante S.Matteo ; a destra un leone ritto, che tiene un libro colle zampe davanti, che raffigura S.Marco ; a sinistra un bove, che tiene anch'esso un libro con le zampe davanti, raffigurante S.Luca ; l'aquila poi, che sta sopra e sostiene un leggio di marmo, raffigura S.Giovanni Evangelista, come mostrano anche le parole scolpite nel rotolo, che si trova fra i suoi artigli : In principio erat verbum et verbum erat apud Deum. Quasi in un canto, staccata affatto da tutto il rimanente vi è un'altra figura, recante in una mano un bastone a guisa di palma e in un'altra un rotolo che cerca di nascondere sotto il mantello.

Il pulpito è sorretto da quattro colonne di marmo rosso, delle quali le due anteriori poggiano sopra due grandi leoni di marmo bianco. Uno tiene sotto di se un drago alato e l'altro un uomo vestito di toga alla pagana, che colla mano sinistra gli carezza le labbra e colla destra gli immerge un pugnale nella gola per ucciderlo. Delle due altre colonne una poggia su una rozza pietra e l'altra è posata sulla schiena gibbosa di un vecchio barbuto. Tre capitelli delle colonne sono fatti a foglie d'acanto di splendido lavoro. Il quarto, cioè quello della colonna che posa addosso al leone col drago, è scolpito a basso rilievi : in una facciata ha una leonessa, di poi segue un'aquila, che tiene sotto i piedi un rospo, quindi un'altra aquila, che col piede destro tiene un pesce e col sinistro si gratta il becco ; finalmente un'arpia con testa umana, ali di uccello e corpo di drago.

Considerato così il pulpito, quantunque l'arte che lo creò fosse bambina, tuttavia è un gran lavoro, un'opera meravigliosa. Mi fa perciò meraviglia e compassione un certo Targioni, che, parlando dell'autore del nostro pulpito, lo chiama ignorante scultore. Come chiamarlo ignorante dal momento che il pulpito è in modo speciale un'opera sorprendente di scultura, avuto riguardo all'epoca in cui fu fatto e alla mancanza, forse, degli arnesi perfezionati per lavorare, di cui, l'arte ha abbondato nelle età posteriori e abbonda oggidì ? Io sarei piuttosto d'avviso che questo Sig. Targioni mai avrebbe dovuto scrivere di cose artistiche, se in tal maniera parla dell'autore del nostro pulpito. Mi si perdoni lo sfogo.

Ma poiché gli artisti di un tempo, a differenza di quelli presenti, pittori, scultori, musici, poeti, quando facevano un'opera, avevano sempre un'idea bella, sublime, istruttiva da incarnare ; per questo, o Barghigiani, io domando : Che cosa voleva mostrare lo scultore inarrivabile con tutto l'insieme di questo pulpito, coi tre specchi, con le diverse figure, colle colonne coi leoni ecc. ? Quale fu il suo pensiero simbolico ? Non è rivelare un arcano, quando il pensiero, sebbene espresso coi fatti, si può intendere dall'intelligente osservatore. L'idea dell'autore del pulpito credo sia stata questa : mostrare il Cristo annunziato, il Cristo venuto, il Cristo che chiama i gentili, la predicazione del vangelo, la fondazione della Chiesa e i trionfi e le glorie di Cristo e della Chiesa. Osserviamo ed esaminiamo il pulpito.

Lo specchio dove si trova la sola figura di S.Giovanni Battista e dove comincia a svolgersi il pensiero dell'artista, avvisa, annunzia che il Messia per tanti secoli aspettato, dai Patriarchi e dai Giusti dell'Antico Patto desiato, è per venire - Ego vox clamantis il deserto -. Lo specchio di mezzo, coll'Annunziata e colla Nascita beatissima, dice che il Cristo è venuto. L'altro specchio, colla Vergine portante il Bambino sulle ginocchia, con la stella e coi Re Magi, mostra Cristo che si rivela e chiama i gentili, cioè i popoli tutti all'adorazione del vero Dio. Ma poiché Cristo, negli ultimi tre anni della sua vita, annunziò la buona Novella, il Vangelo alle turbe, illuminandole, riscaldandole, innamorandole della divina parola, perciò l'autore del pulpito ha voluto ricordata la missione della predicazione evangelica, che ha convertito il mondo e lo converte tuttora e lo convertirà sempre, per mezzo dello stupendo gruppo degli evangelisti, Giovanni, Matteo, Marco e Luca, espressi nei loro segni simbolici. L'aquila è il simbolo di S.Giovanni, perché come l'aquila vola nelle regioni eteree, così S.Giovanni vola alle superne cose, e giunge fino ai piedi dell'Eterno, narrando nel principio del suo vangelo la generazione eterna di Gesù Cristo - Ioannes quasi aquila ad superna volat, et ad ipsum Patrem pervenit, dicens : In principio erat Verbum etc. - (5) ; S.Matteo è indicato dalla figura umana, perché dà principio al suo vangelo tessendo la genealogia di Cristo secondo la carne - Matthaeus habet faciem hominis, propter genealogiam - ; S.Marco dal leone, perché il suo vangelo comincia con la narrazione di S.Giovanni Battista, che abitava nel deserto, del quale è re il leone. Marcus habet faciem leonis, propter vocem clamantis in deserto ; e S.Luca s'indica col bove, perché nel principio del suo vangelo parla del sacerdote Zaccaria, il cui ufficio era offrire sacrifici a Dio con l'immolazione dei vitelli e di altri animali  -Lucas habet faciem vituli, propter sacerdotium -. E poiché, venuto Cristo, nuovo legislatore, a Lui doveva cedere il posto il legislatore antico, e alla legge antica dovea succedere la legge evangelica, ecco che la figura, che si trova in un canto dello specchio anteriore, indica probabilmente Mosè, legislatore del popolo ebreo, che abbassa la verga e nasconde il rotolo della legge, per significare che è venuta la nuova legge, che è sorto il legislatore eterno.

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