Che di gloria col tirso ti apparve E amorosa con placide larve Ti riscosse dal sonno letal ? Vieni ANGELIO....ma il sen delle nubi Qual mai rompe improvviso baleno ? Freme l'aere, vacilla il terreno Sacro orrore mi piomba sul cor. Lo vedete ? egli è desso, egli scende sulle penne sonanti del vento, Egli è desso, io lo vedo, io lo sento, Io de' Numi lo scorgo maggior. Ben ravviso il superbo sembiante In cui Marte e Minerva han l'impero, Difensore tremendo, severo dell'inulto schernito Appennin. 6 Oh ! quel vago multeplice serto Venerande le chiome circonda ! Come misto di Giove alla fronda Gli serpeggia l'alloro sul crin ! Tien la destra l'eterno volume Che di boschi risuona e di belve Arrossite, cedete alle selve O superbi palagj dei Re. Veglio edace la speme deponi, Cessa l'urto fulmineo dell'ale Vi tien sopra il suo dito immortale l'assicura la gloria da te. Folgoreggia di lume celeste La grand'opra che d'armi rimbomba Italiana grand'epica tromba Già men chiara ti sento squillar. 7 Ma vaneggio ? o dal labbro disciude La grand'ombra sonanti gli accenti ! Sembra tuon che le strade dè venti Fa d'immenso rimbombo assordar. D'Appennin primogenito figlio Vedi come il tuo cielo è senz'ombra ? Rompi, squarcia, allontana, disgombra D'ignoranza il fantastico vel. D'un insana superba sofia Perché segui orgogliosa la traccia Ne là voli ove estolle la faccia Verità pura figlia del Ciel ? Hai tu cor ? d'emular non paventi L'animoso mio volo sublime ? D'Appennin non t'arrestin le cime Ferro, o foco, o codardo velen. 8 Perché taci, e via ratto t'involi |