L’insonnia è una brutta bestia e quando non si dorme si finisce per pensare. E’ così che qualche notte fa ho cominciato a fare una rassegna delle cose accadute in questi anni che quando ero bambino avrei incasellato nella categoria “incredibile“. Per incredibile intendo proprio “da non credersi tanto è inverosimile”, come recita il dizionario on-line del Corriere della Sera. Cose che se mi fossero state raccontate quando ero bambino, proprio non le avrei credute.
Parto dai tempi più recenti, forse procedendo a ritroso in senso cronologico e provo a raccontarvele con l’idea che altri possano aggiungere cose che io ho trascurato.
“Morto un Papa, si fa un Papa e un Cardinale”, si è detto per decenni, forse per secoli e le dimissioni di Benedetto Decimo Sesto sono state davvero un fulmine a ciel sereno. Da ragazzo mi è capitato di vedere un Papa morire una quarantina di giorni dopo l’elezione, ma le dimissioni non erano davvero nell’immaginario collettivo. Se ne era parlato, forse, per Papa Giovanni Paolo II per le difficili condizioni di salute in cui si trovava, ma proprio lui aveva rafforzato l’idea che un Papa può andarsene solo morendo. E invece… questa è la prima delle cose incredibili che mi sono venute in mente.
Per introdurre la seconda cosa incredibile dovrei fare varie citazioni circa la natura davvero improbabile del fatto, ma mi basta ricordare che quando si ragiona di sicurezza e di probabilità, uno dei casi che a me stesso piace(va) citare è il caso di un meteorite. Per spiegare il concetto di rischio, probabilità e pericolo si fa l’esempio del meteorite: se dovesse cadere su una città produrrebbe un danno enorme ma la probabilità che accada è praticamente nulla, quindi il rischio associato al “pericolo meteorite” è bassissimo. Già… ora provate a stare tranquilli dopo quello che è accaduto a Chelyabinsk. Pensate bene a quella palla di fuoco che solca il cielo ed esplode in bagliore infrangendo vetri e facendo crollare pure qualche muro e ditemi se avreste mai creduto di poter vedere una scena del genere!
Un piccolo salto indietro nel tempo e proviamo ad immaginare una nave che, munita di tutti gli strumenti di navigazione che mette a disposizione la moderna tecnologia, va a schiantarsi, non certo in senso figurato, contro un’isola del Mar Tirreno. No, non è verosimile… l’ultimo caso davvero clamoroso, almeno per il grande pubblico, è quello del Titanic. Già… andatelo a dire agli abitanti dell’Isola del Giglio e agli sventurati che si trovavano a bordo della Costa Concordia! Purtroppo questa storia incredibile impedisce di chiedere cosa ne pensa a decine di persone morte in un disastro assurdo.
Passiamo alla quarta cosa incredibile? Lo tsunami. Già, almeno per me lo tsunami era un evento geologico catastrofico descritto sui libri di scienze, forse nemmeno su tutti. Invece? Invece negli ultimi 10 anni ne abbiamo visti, per fortuna non vissuti, ben due di proporzioni davvero catastrofiche. Già, anche questo sembrava un qualcosa da raccontare a livello di nozione accademica e, invece, ogni volta che vado in spiaggia mi chiedo dove potrei mettere in salvo i miei figli in caso di tsunami. Tralasciamo il fatto che questo fatto considerato assolutamente remoto è diventato addirittura il nome del tour elettorale di Beppe Grillo.
Se volessi fermarmi a cinque, non avrei dubbio: la cosa più incredibile degli ultimi decessi sono gli attacchi terroristici dell’11.09.2001, il9/11 degli americani. Se un attacco sulla terra statunitense non era mai accaduto, l’idea che un tempo da tutti vissuto come “di pace” potesse dare spazio a quanto accaduto, soprattutto a New York forse, albergava solo nella fantasia di chi sforna in continuazione fiction fantascientifiche. Eppure io ci sono stato a Ground-Zero ed è tutto terribilmente reale, forse più reale ed incisivo sul nostro senso di (in)sicurezza di quanto crediamo.
Cinque non bastano e proprio mentre scrivo mi viene in mente che quando frequentavo la scuola elementare ai miei genitori si presentò un dilemma: spendere o non spendere i soldi per un corso di dattilografia? Qualcuno sentenziò che nel futuro non saper scrivere a macchina sarebbe stato un grande handicap. I miei genitori non ci credettero e io oggi digito con i due indici lasciando inutilizzate ben otto dita. Intanto, però, siamo nell’era del touch-screen, del web, dei social media e digito da una stanza di casa mia un articolo che chiunque potrà leggere da ogni parte del mondo. Direte voi, è questa la sesta cosa incredibile? No, non è questa. La sesta cosa incredibile è la solitudine in cui viviamo in un mondo che ci connette ma non sempre ci fa stare vicini, un mondo in cui si è perso quel calore che dava lo stare “a veglia” (o a vejo?), lo stare insieme.