The guitar maker Paolo Grassi was in Barga this afternoon with six examples of his craft -- hand made acoustic guitars.
Equilibrium is probably the best word to describe Paolo and his work -- hand made acoustic guitars which do not shout out at you but which are easy on the eye and have a perfect balance in the hand … and then there is the sound -- rich, full, complete, a warm sound, a mellow sound, a balanced sound.
During the interview below (in Italiano) you can hear the voice of this quiet spoken and unassuming man as he describes his guitars.
No sharp edges there either.
Paolo was here in Barga as guest of Mario Milano after he and other members of the Lake Angels (all their article are here) had met earlier this month with Paolo at the 15th edition of the Annual Acoustic Guitar Meeting held each year in the Firmafede Fortress in Sarzana, Liguria.
Un’autobiografia di Paolo Grassi
Ho costruito la mia prima chitarra acustica nell’ 81 invasato dalle Martin e dalla lettura di Guitars, vera bibbia allora, librone in inglese regalatomi dalla fidanzata dell’epoca e non meno importante dallo studio attento di un altro libricino, Compagna chitarra, tascabile scritto mi pare da un liuta (Marco Cavedon ) che fortunatamente abitava vicino a casa.
Andai a trovarlo comprai dei legni e a forza di rompere i coglioni e qualche Madonna che a volte proprio ci vuole il mio primo strumento ha visto la luce. Per hobby e poco danaro negli anni successivi ho riempito le case degli amici con la mia prima produzione senza pensare però di farne un lavoro. Solo molto più tardi circa nel ‘ 93 dopo che Ron mi aveva indicato un nuovo pick-up veramente funzionante (Roberto Fontanot, Liuteria per amore ) ho cominciato a fare sul serio.
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Oggi siamo circa a 50 chitarre prodotte e finite quasi tutte in mano a professionisti. Ovviamente la qualità è migliorata parecchio sotto tutti i punti di vista e pur se le vecchie devo dire suonano comunque bene gli strumenti di ultima generazione sono molto più curati in ogni singolo particolare.
A differenza di molti liutai concorrenti generalmente non produco i modelli classici copiando lo shape dei modelli americani ma pur rispettando diverse misure ( da piccola a Jumbo ) tendo sempre a fare la mia forma ponendo come obbiettivo il fatto che ogni chitarra sia bella, funzionale e personale cioè riconoscibile.
Va da sè che se un cliente vuole la D piuttosto che la 000 verrà naturalmente accontentato ma di norma cerco di proporre nuovi shape.
Da un anno a questa parte tanto per complicare la vita non uso più filetti già fatti ma li preparo di volta in volta per ogni strumento, questo procedimento è molto più lungo ma consente di aver maggiore libertà nell’ accostamento dei colori rendendo ogni chitarra unica.
Amo la madreperla che non suona, è vero ma che fa parte della tradizione culturale di questo tipo di chitarra.
L’obbiettivo finale non è fare concorrenza a Martin, Taylor o Gibson ma lottare contro Collings, Bourgeois, Santa Cruz, Godall è pechè no Sheppard, Ryan o Ollson, tanto per citare, certo la strada non è breve ne semplice, questi signori hanno tutti livelli altissimi di produzione,con il suono direi che più o meno ci siamo, con le finiture ci stiamo arrivando, un passo alla volta.
Pur usando la classica X come catenatura della tavola con l’esperienza e guardando quello che fanno gli altri, provando e ascoltando i risultati, la sensibilità nel costruire il suono della tavola è naturalmente cambiata in meglio con il tempo e quando lo strumento è finito a volte intervengo ancora levando un po’ di legno qua e la all’interno della cassa, il posizionamento stesso della X varia a secondo del suono che si vuole ottenere.
Gli ultimi esemplari presentano anche il retro paletta foderato. L’effetto è di gran classe solitamente è una soluzione che si trova su concorrenti che costano tre volte tanto. I legni sono quanto di meglio si può trovare sul mercato, uso l’abete della val di Fiemme che ormai conosco bene, acero, mogano palissandro indiano e più spesso brasiliano ( confrontate i prezzi ), solitamente ebano di vario tipo per tastiere e ponti.
Sto provando ora a mettere il ponte in Rio, più risonante e con meno massa,dovrebbe suonare meglio ma è tutto da verificare, fra un paio di mesi avrò la risposta. Praticamente si può concludere che al prezzo di una americana essenziale in palissandro indiano offro una chitarra molto più rifinita, quasi sempre più sonora e in Rio, l’attenzione ai particolari è massima, farei notare ad esempio il copri trussrod, solitamente un pezzo di plastica nera, che nei miei strumenti è in strati di legno che riprendono il motivo della filettatura, la chitarra specialmente l’acustica non è uno strumento da comprare e rivendere come un titolo di borsa, perchè il suono migliora di anno in anno, va scelta con cura confrontandola con altri strumenti della stessa fascia di prezzo e quando possibile con le stesse corde, della scalatura che poi userete, è inutile parlarne oltre, se volete compratevi pure la chitarra del vostro idolo, anch’io da giovane ho fatto così, altrimenti venite e fatevi la Vostra chitarra su misura, con il manico che piace a voi, la forma che preferite,e tutti i cazzo di particolari che sceglierete. Spero davvero di vedervi presto. Paolo. -- source