A spectacular ceramics exhibition opened in Barga Vecchia this morning with work on show from the father and daughter team Eugenio and Lea Taccini. The exhibition is open to the public until the 20th July, ore 10 – 13 and 15.30 – 22,30.
Il Comune di Barga, nei locali in Piazza Angelio, ospitera’ la mostra del maestro ceramista Eugenio Taccini e di sua figlia Lea.
Eugenio Taccini e’ nato e vive da sempre a Montelupo Fiorentino ed e’ ormai un maestro dei piu’ noti in Italia nell’arte antica della ceramica; i suoi lavori sono ormai conosciuti ed apprezzati anche all’estero (ha esposto con successo anche in America: S. Francisco, Filadelfia ed in Francia). Nel 2005 e’ stato nominato Presidente della Federazione per l’Artigianato Artistico di Firenze ed e’ fortemente impegnato ad affermare l’esperienza dei laboratori artigiani artistici e di qualita’.
Tra le opere esposte a Barga preziosi e ricercati manufatti: piatti, vasi, ma anche pannelli che sono vere e proprie rappresentazioni che stanno tra la pittura e la scultura.
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Ma quello che impressiona nella sua varieta’ di paesaggi, animali, fiori, figure fantastiche, tra i quali i famosi Arlecchini e la rappresentazione della favola di Pinocchio, e’ sicuramente il colore, ed i veri protagonisti sono quei rossi, verdi, gialli, blu, pieni di luce e di riflessi, che sorprendono ed incantano.
La mostra rimarra’ aperta dal 9 al 20 luglio, ore 10 – 13 e ore 15.30 – 22,30.
Toscano di razza e di formazione, realista e sulfureo, lucido e appassionato, Eugenio Taccini coniuga abilmente, fino dalla precoce maturità, sapienza artigiana ed estro fantastico. Difficile dire, come lui stesso ammette, cosa sarebbe stata la sua vita senza quel primo decisivo incontro con i frammenti ceramici trovati scavando nella casa del nonno a Montelupo Fiorentino, il paese, famoso in tutto il mondo per la sua antichissima tradizione ceramica, dove Taccini è nato e dove vive da sempre.
Il caso e poi la dedizione totale a un mestiere affascinante quanto complesso, hanno segnato il destino di questo Maestro che anche oggi, mentre i suoi lavori artistici sono internazionalmente conosciuti e apprezzati, non esita ad anteporre a qualsiasi discorso sull’arte della ceramica l’esperienza vitale e concretissima del fare.
Fare con le mani e con il cuore, fissare nel fuoco vibrazioni di luce, riflessi di un pensiero mobile pronto a catturare, attraverso la materica realtà dell’opera, il suo seducente misteroErbari e bestiari, scene di paesaggio con alberi e fiori, episodi di storia sacra, sono il retaggio secolare di una cultura fi gurativa ricca di suggestioni che Taccini rilegge in piena autonomia e con tecniche innovative.
Dagli oggetti ornamentali ai grandi pannelli realizzati da Taccini per le istituzioni (8° reparto mobile Polizia di Stato a Poggio Imperiale , facciata del Comune di Montelupo Fiorentino ,Monumento Internazionale alla Pace e ai caduti di tutte le guerre,Piazza Centi (il Battesimo di Gesù) esterno sede Fondazione Collodi ,Ponte di Nove a Vicenza , stemmi della Banca di Cambiano ,Restauro Casa Gazzari)cittadine e per altre sedi prestigiose, alla serie dei suoi celebri Arlecchini, Taccini ha saputo trasformare la topica di un passato illustre in favole moderne, un mondo lirico e giocoso nella preziosità cromatica di superficie, malinconico e drammatico nella preoccupazione profonda per l’uomo, per la sua libertà e la dignità del suo lavoro.
Il personaggio di Pinocchio, l’immortale burattino di Collodi, è stato ultimamente per Taccini il compagno di viaggio più affidabile, sperimentale e metamorfico per antonomasia, e infine vittorioso sulla sua stessa morte come solo sa esserlo la fantasia creatrice. Pinocchio-Arlecchino, Pinocchio-Geppetto, Pinocchio-Pulcinella: maschere come figure della solidarietà in cui poter rispecchiare il proprio cammino d’artista, il senso di una fraterna, religiosa condivisione della sorte comune che la squillante utopia del colore riaccende.