A due anni esatti dalla sua “prima volta” (article here) , Carlo A. Martigli, scrittore di origini pisane che ha venduto oltre 150 mila copie dei suoi numerosi romanzi tradotti in 16 lingue, torna al “Garfagnana in Giallo” la manifestazione ideata e organizzata da Andrea Giannasi che porta un pò di colore (è il caso di dirlo) nella vita sociale e culturale garfagnina di questi tempi non molto animata.
Martigli, che ha recentemente dato alle stampe, per i tipi di Longanesi, il suo ultimo lavoro “La congiura dei Potenti”, giovedì mattina ha incontrato gli studenti dei vari istituti superiori garfagnini in un partecipato incontro tenutosi nella splendida cornice del Teatro “Alfieri”.
Martigli di cosa ha parlato nell’incontro con i ragazzi a Castelnuovo?
“Partendo dalla struttura dei libri gialli, le regole della loro scrittura e le formule del successo, siamo passati ad analizzare i veri “gialli” di oggi. Gli squilibri e le ingiustizie del potere che viene più o meno gestito oggi nello stesso modo di 500 anni fa. Gli stessi intrighi, gli stessi inganni, le stesse congiure, che si consumano di nascosto nei palazzi del potere. Come nel mio ultimo romanzo “La Congiura dei Potenti”: da allora non è cambiato nulla”.
Al momento a cosa sta lavorando?
“A due romanzi, uno ambientato intorno al ‘200, una storia vera, ma che sembra incredibile. Un mistero rimasto – forse – ancora insoluto. E sto intanto finendo l’editing di un libro ambientato nel 1903. Da un fatto vero, una storia densa di tinte “nere” e di divertimento”.
Il suo “amico” Johnny Rosso, invece, cosa sta facendo?
“Forse perché ha perso un po’ di immaginazione… è diventato protagonista dei suoi stessi libri e con un amico va in giro per il mondo a cercare nuove fonti di ispirazione. Troverà ancora horror, non solo nelle persone che incontrerà, ma anche nei cibi e nei costumi, tra paesaggi incredibili e luoghi fantastici, in queste che saranno (a brevissimo l’uscita) Le Avventure di Johnny Rosso”.
La scrittura è divertimento o fatica per lei?
“La scrittura è divertimento e fatica, e soprattutto felicità. Se dico sempre che Leggere Rende Liberi, posso aggiungere che Scrivere Rende Felici”.
Le piace più scrivere per ragazzi o per un pubblico adulto?
“Diciamo che quando sono Martigli, più che Johnny Rosso, esprimo in assoluta libertà tutti i miei pensieri, le mie emozioni e i miei sentimenti: per cui preferisco Martigli. Ma come Rosso, tiro anche fuori le mie paura ancestrali e le cancello con la scrittura. Un bel match tra Martigli e Rosso.”
Il suo precedente libro “L’Eretico” è stato “messo all’indice” da certi ambienti ecclesiastici qual è stata invece la reazione per la sua nuova opera?
“E’ bastato il titolo “L’Eretico” per essere stato messo al bando, è vero, anche se uno dei più importanti teologi cattolici lo ha definito un libro pieno di spiritualità. La Congiura dei Potenti sta pagando il precedente silenzio, ma qualche cosa si sta muovendo in Vaticano. Forse, a papa Francesco, piace che si parli delle congiure dei potenti”.
Lei ci parla del presente attraverso il passato, ci può regalare una sua riflessione sulla situazione attuale ce stiamo vivendo?
“Stiamo vivendo un periodo di decadenza. Stiamo attaccati a nostri antichi privilegi, rifiutando di guardarci intorno. Nessuna voglia di crescere, di ricercare: solo di conservare ciò che abbiamo. E lo perderemo. Mi ricorda “La caduta dell’Impero Romano d’Occidente” quando, con la perdita degli ideali (come oggi), i cosiddetti barbari aspettavano solo l’occasione giusta per invadere l’Impero. Oggi si combatte con la finanza e l’economia, più che con le armi, ma si fanno morti lo stesso. O si cambia la coscienza, si accetta la diversità e il fatto che dobbiamo dividere con altri ciò che possediamo in eccesso, oppure ci sarà portato via tutto. Se però si considera che oggi il 10% delle famiglie italiane possiede il 50% della ricchezza, per prima cosa ti viene la voglia di cominciare a dividere la loro ricchezza. E sarebbe anche giusto”.
Ha mai pensato di ambientare un romanzo o un racconto in Garfagnana o con protagonista Ludovico Ariosto?
“Ariosto è una figura straordinaria. Poeta e antesignano dell’epoca dei lumi, e pratico uomo, anche d’armi, che seppe reggere il turbolento territorio della Garfagnana. Tra l’altro è vissuto proprio all’epoca in cui sono ambientati i miei romanzi, per cui spesso sono stato tentato di inserirlo da qualche parte, ma è un personaggio troppo di spessore per relegarlo a semplice cameo. Da buon toscano, non mi spiacerebbe affatto di renderlo protagonista di un romanzo, tra i misteri (tanti) della Garfagnana che ho raccontato anche in un mio vecchio libro, Toscana Misteriosa. Forse, tra un paio d’anni”.