L’artista pistoiese Salvatore Magazzini è da poco rientrato in Italia dal suo girovagare per il Maghreb,luoghi a lui molto cari che racconta nelle sue opere,esporrà gli ultimi suoi lavori a Barga dal 20 Giugno al 20 Luglio 2014
La mostra è organizzata dalla Fondazione Conservatorio S.Elisabetta con la collaborazione di Gianfranco Pinelli e il Patrocinio del Comune di Barga.
Le opere saranno esposte nel palazzo del conservatorio S. Elisabetta Via del Pretorio Barga.
ORARIO MOSTRA
Feriali: 17,00-19,00 21,00-23,00
Prefestivi: 10,30-12.30 17,00-19,00 21,00-23,00
Festivi: 10,30-12.30 17,00-19,00 21,00-23,00
Vista la mole delle recensioni su Salvatore Magazzini (Luzi, Santini, Del Quercio -e tralascio gli altri cento critici e più-) non è facile aggiungere qualcosa di nuovo a quanto già pubblicato, ma di fronte alla pittura, alla vera pittura, più che da leggere c’è da vedere, cosa che ho fatto informandomi per così dire “de visu” sull’ultima sua produzione. Per questo mi ha fatto piacere accogliere l’invito dell’artista a presentare questa mostra che già ti delizia appena entri in sala, nel suo insieme, come ti può affascinare un giardino del quale poi ammiri colori e profumi, fiore per fiore.
Dunque bisogna vederli i “Magazzini”, quadro per quadro per sentire da essi il canto corale di ogni composizione ed anche per poter comprendere i singoli momenti compositivi.
Le opere di Magazzini sono un canto corale per armonia dell’insieme, per un loro collocarsi in spazi di evidente rasserenamento raggiunto grazie ad una trasfigurazione del reale, pure riconoscibile, ma innalzato ad immagini quasi di mito per la loro compostezza eleganza, ed equilibrio.
In ognuno di questi dipinti si è spento ogni rumore caotico della sudata vita moderna per addivenire ad una sorta di desiderata pacatezza. Anche là dove appaiono sagome di personaggi, questi li vedi leopardianamente “lontanarsi” e lasciare il posto al silenzio, o meglio al silenzio vivo. Perchè in ogni suo quadro rinasce sempre qualche accensione che ti fa capire il risorgere della vita.
Proprio questo è uno dei grandi valori di questa pittura: che quando sembra aver raggiunto il massimo estetico, e che niente di più o di meglio le si possa chiedere, ecco che da qualche parte ed in più parti si accendono luci foriere di nuove immagini.
Dice infatti Magazzini “ Io dipingo come camminare: ogni nuovo quadro è un procedere oltre e chissà quando mi sentirò appagato”.Così si spiega la sua pittura in divenire, eternamente nuova, ormai da quasi mezzo secolo.
Non vorrei portare un paragone inadeguato e banale, ma penso all’erba del prato: tu la tagli e dopo un po’ la rivedi più verde; Magazzini termina una serie e dopo poco ne inizia una nuova più convinto che mai, sempre con risultati di verdi eccellenti. Come in questo caso, per questa mostra
che non è seconda a nessuna, alle sue precedenti, per freschezza e libera interpretazione di un mondo che ci è dato ma che dobbiamo anche affidarlo agli artisti per potercelo godere un domani sempre più bello.“La bellezza salverà il mondo!” Non si tratta di retorica: la questione del rapporto estetica-etica è strettissima in tutta la grande arte. Giotto fece sorreggere la Chiesa a San Francesco, Caravaggio e Goya richiamarono da par loro le miserie umane, Picasso dipinse il dramma di Guernica. Magazzini opponendosi all’intricato caos della vita moderna, ci riporta -come detto- ad una armonia primaria in cui, davanti ai suoi quadri, tutti ci sentiamo partecipi ,ognuno per la sua parte.
Paolo Gestri
collaboratore de “IL TIRRENO” per la critica d’arte