Si terrà sabato la decima edizione della Festa dell’Olio a Valdottavo. Una serie di interessanti e piacevoli eventi tra cui una mostra di foto d’epoca, molto interessante. Un “come eravamo…” allestito presso Casa Mezzetti, di proprietà della Misericordia di Borgo a Mozzano.
“Uniti nella buona come nella cattiva sorte” si intitolerà l’esposizione e raccoglie immagini di sposi, di fidanzati, di amici e di fratelli, naturalmente riguardanti gli anni tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento per arrivare fino agli anni 60.
L’idea è venuta a Roberto Andreuccetti responsabile e promotore del Frantoio di Valdottavo e valido scrittore che ci ha spiegato: “Più che nelle situazioni abbiamo voluto insistere sui personaggi, per creare un confronto fra generazioni e poter far conoscere al visitatore come sono cambiati con gli anni i costumi della gente di Valdottavo. Se la mostra avrà successo, come gli organizzatori si augurano, sarà ripetuta per la terza volta l’anno venturo con un altro tema specifico”.
Già perché la mostra sulle foto d’epoca non è una novità di quest’anno. Racconta, infatti, Andreuccetti: “Nell’8° edizione della Mostra Mercato dell’Olio di Valdottavo, decidemmo di ricreare il vecchio sistema di raccolta delle olive che intitolammo “La raccolta delle olive cento anni fa”. Quell’evento fu preparato dal Comitato Paesano di Tempagnano ed allestito presso il cortile della scuola materna. Fu piantato un olivo e personaggi in costume facevano vedere ai visitatori la battitura con la canna, la raccolta con i lenzuoli, la ventilatura. Qualcuno suggerì che sarebbe stato interessante parlare della vita di Valdottavo ai vecchi tempi, ma in generale, non limitandola all’olivicoltura. L’unica maniera per far conoscere come eravamo era far vedere al pubblico vecchie fotografie. Così, nell’edizione successiva nacque la prima mostra fotografica “I nostri ricordi” contenente vecchi scatti che andavano dagli anni di fine ottocento fino al 1950. Erano immagini promiscue di vita paesana, dai giochi, alla scuola, al tempo libero al lavoro nei campi. La mostra ebbe un notevole successo tanto che fu deciso di allungare l’apertura di un’ulteriore settimana”.
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Immagini di vita di un paese di campagna: i volti delle anziane donne segnate dal lavoro, quelli dei ragazzi con i loro ampi sorrisi. Sono testimonianze storiche su come sia mutato il paesaggio della nostra campagna: poche case, dove ora c’è solo cemento, intorno la Natura, rigogliosa, sovrana. Alcune sono precedenti alla costruzione del teatro Colombo. Raccontano di un tempo perduto in cui il bucato era un vero e proprio rito, in cui in un misto tra cristianesimo e paganesimo si tenevano “le rogazioni”: preghiere e processioni nella campagna a difesa dei luoghi coltivati, in cui durante le feste si tenevano rustici pranzi all’aperto e in cui l’alveo del Serchio si attraversava con una barchetta. Un tempo in cui il passaggio della Mille Miglia (al bivio di Valdottavo sulla via Ludovica) era un evento mitico, irrinunciabile, irripetibile: accorrevano tutti a vedere quegli strani marchingegni sfrecciare nelle polverose e bianche vie di provincia e che sfrecciando si portavano via il Tempo Antico della civiltà contadina per far spazio al Futuro, benevolo o maligno che fosse.