Dopo la sigla dell’accordo tra sindacati e KME, la parola passa adesso ai lavoratori.
Martedì 16 aprile si terranno le assemblee per illustrare l’ipotesi di accordo e nei giorni successivi i lavoratori saranno chiamati ad esprimersi con il referendum. Ne è dato ancora sapere la data del referendum, ma sicuramente le consultazioni si terranno su più giorni a partire dalla fine di questa settimana. Dovranno insomma essere i lavoratori a dire se l’intesa raggiunta può essere accettata oppure no ed il risultato del voto per il momento appare incerto, visto che i pareri che si registrano sono discordanti. C’è chi pensa che meglio di così non si poteva fare e chi invece recrimina su quanto è stato deciso, soprattutto pensando ai soldi in meno in busta paga. Sulla pagina Facebook “Salviamo KME” i commenti negativi circa l’accordo, giudicato una vittoria a metà, ma anche un boccone amaro e sulla riduzione dei salari, sono molti. Ma alla fine, pensare che l’accordo possa essere rifiutato appare comunque improbabile, anche perché di strade alternative non ce ne sono.
Massimo Braccini, segretario provinciale della FIOM la pensa così: “Bisogna essere pienamente realistici, ben sapendo il quadro che c’è e quelle che erano le prospettive prima della sigla dell’accordo. Bisogna tenere sempre a mente che veniamo da una situazione catastrofica dove si è cercato di rimediare a situazioni ben peggiori, soprattutto dal punto di vista del futuro dello stabilimento di Fornaci. E’ giusto mantenere dubbi e perplessità, ma bisogna anche essere pienamente realistici, come ho detto. Se avessimo
seguito il piano industriale presentato nei mesi scorsi non ci sarebbero più state possibilità di ripresa. E’ ovvio e comprensibile che ci siano malumori perché alla fine pagano sempre i lavoratori, ma sarebbe stato più grave se si fosse arrivati ai i licenziamenti e lo stabilimento non avesse avuto più futuro.
Ritengo, nel contesto che avevamo, con tutta la condizione di pesantezza che c’era, che abbiamo fatto l’unica cosa possibile per provare a salvare. La scommessa è adesso quella di riportare lo stabilimento alla normalità. Ci dobbiamo lavorare e ce la dobbiamo fare”.
A giudicare nel complesso positivo l’accordo siglato con KME Italy è anche la UILM di Lucca, anche perché si è così impedito, scrive che l’azienda procedesse a effettuare 275 licenziamenti, di cui 142 nello stabilimento di Fornaci di Barga
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“Visto il perdurare della forte crisi che sta coinvolgendo tutta l’industria manifatturiera Italiana e che purtroppo non ha risparmiato nemmeno la nostra Valle, l’intesa raggiunta è stata costruita per cercare di difendere il lavoro, con un piano industriale che mira al mantenimento e alla stabilizzazione delle fonderie di rame in Italia – afferma la UILM – . L’azienda procederà infatti ad un maggiore utilizzo del Forno Asarco di Fornaci di Barga e ad un investimento che comprende la seconda buca di colata del Forno di raffinazione Properzi; un accordo che ha come obbiettivo quello di proteggere i massimi livelli occupazionali prevedendo che fino al 31 dicembre 2015 nessun lavoratore possa essere licenziato ricorrendo anche agli ammortizzatori sociali.
Per cercare che tutto questo venga rispettato, nel documento sono state messe delle clausole innovative per quanto riguarda gli accordi e le relazioni sindacali tra le quali una Commissione Economica Congiunta che avrà il compito di monitorare e gestire quanto previsto nel presente accordo e favorire le relazioni industriali di tipo partecipativo; tale commissione sarà composta da due rappresentanti sindacali e due aziendali, potrà avvalersi di esperti esterni e avrà l’obbiettivo di valutare periodicamente i dati strategici dell’azienda.
Sono state inserite garanzie che impegnano l’azienda a non spostare verso altri siti del gruppo attività che implichino la perdita di volumi produttivi e, inoltre, se l’azienda durante la vigenza dell’accordo procederà unilateralmente a risoluzioni del rapporto di lavoro, sarà costretta a restituire a tutti i dipendenti i soldi persi e a pagare delle penali aggiuntive.
Per questi contenuti la UILM (UIL) valuta positivamente l’accordo raggiunto sapendo benissimo che anche questa volta i lavoratori sono chiamati ad ulteriori sacrifici, con la rinuncia a parte dello stipendio variabile legato ai risultati, però crediamo che in questa fase è quanto di meglio potessimo fare per dare un futuro allo stabilimento ma soprattutto, per dare speranza ad una valle del Serchio falcidiata dalla crisi, che ha visto la chiusura di alcune fabbriche storiche e altre piccole e medie imprese”.
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