Che il voto che c’è stato ieri sulla ratifica del Piano Pieve per ospitare l’ospedale unico sia stato affrettato credo di averlo fatto capire nei precedenti articoli sull’argomento. Affrettato perché di fatto anche ieri si è deciso di forzare la mano, di votare comunque per ribadire la posizione di forza già ottenuta con il voto dei sindaci il 7 gennaio e ribadire che il Piano Pieve come sede del nuovo ospedale non si tocca. Senza aspettare di avere in mano elementi che facessero capire esattamente come sarà quell’ospedale.
Dunque un voto in barba a quello che poi di fatto sarà l’ospedale. Della sua tipologia effettiva.
Più volte abbiamo riportato le dichiarazioni di Marroni, dell’assessore regionale, in proposito; l’ultima volta in occasione delle dichiarazioni fatte al consiglio regionale. Vi invitiamo a leggerle con attenzione perché si capisce bene che l’aver scelto il Piano Pieve non porterà sicuramente a quell’ospedale che i sindaci della Garfagnana credono (o vogliono credere perché comunque sia politicamente hanno fatto una mossa vincente) che sia possibile realizzare in Garfagnana.
Merita in tal senso riascoltare le parole finali pronunciate ieri dall’assessore Marroni alla conferenza dei sindaci e che potete ascoltare nell’audio sotto.
[dw-post-more level=”1″]Svisceriamo del suo intervento alcuni passaggi: “L’ospedale è al centro di un bacino e serve la gente che ci gravita intorno – ha detto pari, pari Marroni – A seconda di dove si posiziona ci va più o meno gente con più o meno esigenze”
“Quanto e cosa è il bacino naturale è ovvio che è una opinione scientifica e per approfondire meglio questo aspetto abbiamo nominato questa commissione. Che ci dirà i letti ed i servizi che serviranno”.
Sul progetto di fattibilità sottoscritto un anno fa e che prevedeva un ospedale di 150 posti letto comunque fosse stato il luogo, Marroni ha detto: “Dal giorno che è stato firmato il protocollo ad oggi sono uscite due leggi, una dello stato ed una della regione, che diminuiscono il numero dei posti letto del 15, 20%” . Ovvio quindi che nella realizzazione di un ospedale dei bacini di utenza e dei flussi si dovrà tener conto.
“In un bacino ristretto i servizi di base ci sono sempre e comunque – ha aggiunto Marroni – in un bacino più ampio c’è da valutare se potranno esserci servizi rivolti a persone che potranno essere attratte ed in questo caso quindi non si avrà più un bacino naturale, ma di una certa attrazione. L’analisi del flusso e delle altri parametri ci dirà che cosa fare”.
“Il lavoro del dimensionamento dell’ospedale seguirà questi criteri e questi criteri li scriveremo e in virtù di questo criteri daremo incarico di realizzare un progetto che tenga conto di tutti questi parametri”.
Più chiaro di così… invece i nostri sindaci, una parte di loro, continuano a credere che anche al Piano Pieve di possa ottenere un ospedale completo…
A proposito del punto nascita, un’altra questione scottante, Marroni ha poi aggiunto: “Il punto nascita attuale di Barga fa 520 parti l’anno e quindi è ampiamente sopra la media dei 500 anche se è difficile che possa raggiungere la legge nazionale che ne prevede 1000 e che entro il 2014 verrà attuata.
Per le zone disagiate dove 1000 parti non si raggiungeranno mai, ma che non ha senso chiudere, troveremo soluzioni per garantire comunque un punto nascita che dal punto di vista organizzativo faccia parte di un bacino più ampio”.
Però poi Marroni aggiunge che : “Dei 520 parti attuali mi si dice che meno di 200 arrivano dall’alta Valle e 300 dalla Media Valle. Domanda: si manterrà questo numero se ci spostiamo a monte? Questa è una domanda vera e su questo bisogna riflettere”.
Una cosa che abbiamo sempre sottolineato: il realizzare un ospedale al Piano Pieve non solo non farà raggiungere i 1000 parti l’anno, ma non farà raggiungere nemmeno i 520 che ora si hanno a Barga, visto che parte dell’utenza della Media Valle si sposterà su Lucca. Che punto nascita potremo avere quindi al Piano Pieve?
Alla fine andrà come la storia del pronto soccorso di Barga… qui abbiamo un… “piccolo punto di pronto soccorso” e lì avremo un “piccolo punto nascita”. Molto piccolo e con servizi ridotti al minimo…
Lo ha detto lo stesso Marroni: “Un punto nascita ci sarà comunque, ma che sia più o meno grande dipende da dove è e dalla dimensione dell’ospedale”.
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