Il nome che ha scelto è indubbiamente denso di significati. Uno nome bellissimo, simbolo di una chiesa semplice, parca, pura e vicina ai poveri come la vorremmo sempre vedere. Sarà per questo, ma non solo per questo, l’elezione di Jorge Mario Bergoglio a 266esimo Pontefice ed il nome da lui scelto hanno colpito positivamente anche coloro che non hanno fede.
Almeno così è accaduto al sottoscritto. Che comunque nei valori e nel messaggio di Cristo ho sempre visto dei grandi insegnamenti e dei punti più che degni di essere osservati per basare un’esistenza decorosa e giusta.
Sono stati momenti di grande emozione quelli che ha vissuto poco fa la comunità cattolica di tutto il mondo, sottolineati anche nei nostri paesi dalle campane che hanno suonato a festa, come quelle del Duomo. Momenti di giusta e sacrosanta festa. Momenti emozionanti, quelli che abbiamo seguito in televisione, dopo l’attesa fumata bianca. Momenti che hanno coinvolto tutti i credenti, ma anche, appunto, chi non lo è.
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Non so perché, non ve lo so spiegare, ma almeno per quello che mi riguarda è la prima volta che assisto alle fasi finali che portano all’elezione di un pontefice e ne sono rimasto, appunto, colpito e coinvolto. Sarà perché dopo le dimissioni di Papa Ratzinger, forse per la prima volta, mi sono sentito umanamente più vicino a questa figura di riferimento per tutti i credenti; forse perché ho visto in quelle dimissioni un segno dei tempi terribili che stiamo tutti noi vivendo e per la prima volta ho atteso anche io con impazienza l’arrivo di un nuovo Pontefice. E ora mi sono augurato e mi auguro che l’elezione di Papa Francesco, sia foriera di rinascita non solo per la chiesa, ma per tutti noi. Un segno di un vento che ha cambiato direzione e ci sospinge verso lidi più accoglienti e meno tormentati.
La prima impressione è quella di un Papa semplice, in grado di saper comunicare, e soprattutto speriamo, di dialogare con il mondo. E da profano mi auguro che soprattutto sappia riportare maggiormente anche la chiesa agli insegnamenti di Cristo e agli esempi di Francesco. Che la chiesa riesca con lui ad essere più vicina agli oppressi, ai poveri, agli sfortunati, ai diversi. A chi soffre ed anche a chi ha fatto soffrire. A chi le è vicino, a chi vorrebbe esserlo ma non può ed a chi le è lontano.
Ce n’è davvero un gran bisogno. Per tutti i credenti ed anche per chi è lontano dalla fede, ma spera ugualmente in un mondo migliore.
Dunque auguri al nuovo Papa, auguri a Francesco.
Papa Francesco, nato Jorge Mario Bergoglio (in latino: Franciscus; Buenos Aires, 17 dicembre 1936), è dal 13 marzo 2013 il 266° vescovo di Roma e papa della Chiesa cattolica nonché Sommo Pontefice della Chiesa universale, sovrano dello Stato della Città del Vaticano, primate d’Italia, oltre agli altri titoli propri del romano pontefice. Appartiene all’ordine dei gesuiti ed è il primo gesuita e il primo sudamericano eletto al soglio di Pietro.
Nato in una famiglia di origine piemontese, proveniente da località Bricco Marmorito di Portacomaro Stazione, frazione di Asti non lontana da Portacomaro, è figlio di Mario, funzionario delle ferrovie, e di Regina Sivori, una casalinga con sangue piemontese e genovese.
Durante gli anni giovanili ha studiato dapprima come perito chimico, lavorando per qualche anno ed avendo una fidanzata. Decide poi di entrare in seminario, quindi nel 1958 è entrato a far parte come novizio della Compagnia di Gesù, trascorrendo un periodo in Cile e tornando a Buenos Aires per laurearsi in filosofia.
Dal 1964 ha insegnato per tre anni letteratura e psicologia nei collegi di Santa Fe e Buenos Aires, ricevendo poi l’ordinazione sacerdotale il 13 dicembre 1969.
Dopo altre esperienze di insegnamento e la nomina a Provinciale dell’Argentina (dal 31 luglio 1973 al 1979) è stato rettore della facoltà di teologia e filosofia a San Miguel e, nel 1986, è stato in Germania per il completamento del dottorato, prima del ritorno in patria, nella città di Córdoba, dove è diventato direttore spirituale e confessore della locale chiesa della Compagnia di Gesù.
Il 20 maggio 1992 è nominato vescovo ausiliare di Buenos Aires e titolare di Auca.
Il 3 giugno 1997 è nominato arcivescovo coadiutore di Buenos Aires. Succede alla medesima sede il 28 febbraio 1998, a seguito della morte del cardinale Antonio Quarracino. Diventa così primate d’Argentina. Dal 6 novembre dello stesso anno è anche ordinario per i fedeli di rito orientale in Argentina.
Dopo la nomina cardinalizia da parte di papa Giovanni Paolo II, il 21 febbraio 2001 con il titolo di San Roberto Bellarmino, è stato eletto a capo della Conferenza Episcopale Argentina, carica ricoperta dal 2005 al 2011. Bergoglio è stato da sempre considerato uno dei candidati più in vista per l’elezione a Pontefice nel conclave del 2005. Pur se tradizionalmente il presule aveva sempre rifiutato incarichi di un certo peso nella Curia Romana, Bergoglio aveva (secondo gli osservatori) dalla sua parte lo schieramento compatto dei vescovi latinoamericani, e lo stesso Joseph Ratzinger, poi divenuto papa come Benedetto XVI sarebbe stato fra i cardinali che avrebbero appoggiato la sua elezione. Secondo alcuni, contrarietà sarebbe stata espressa dall’allora Segretario di Stato Angelo Sodano.
La ricostruzione più puntuale del conclave, raccolta dal vaticanista Lucio Brunelli, e che consiste nel diario di un cardinale elettore, indica in Bergoglio il cardinale più votato in conclave dopo Ratzinger. (source)
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Gaudio magnum.
Non ho mai studiato latino, spero però di essermi fatto capire. Tutti Contenti! che diamine.
A distanza di qualche giorno si fanno anche considerazioni sul “passato” del nuovo papa.
La puntigliosa difesa dell’operato dell’odierno Papa, quando era Vescovo di Buenos Aires, mi sembrano come le scuse o arrampicate sugli specchi quando si vuole difendere a tutti i costi Berlusconi nei suoi comportamenti da comune cittadino, perchè questo è un cittadino qualsiasi nei confronti della legge.
Sono (quasi) convinto che il Papa ha metabolizzato eventuali comportamenti non consoni, in quell’epoca nefasta e adottato in seguito comportamenti “più” coraggiosi e consoni alla realtà. Cosa che non mi sembra stiano facendo Berlusconi e suoi. Tante sono le incongruenze evidenti.
Giuseppe Luti
Il Papa dal suo primo balcone ha ricordato qual’è l’organigramma della Chiesa Cattolica.
“Voi pregate Dio di benedirmi ed io benedirò voi”.
Come dire che la gente può rivolgersi a Dio ma gli effetti della sua preghiera passano attraverso la struttura ecclesiastica. A riprova di questo il pronto regalo di un’indulgenza.
Osservatori autorevoli definiscono questo nuovo Papa come pragmatico, realista ed attento ai risultati, il contrario del suo predecessore forse ortodosso e romantico a dispetto del suo aspetto.
Sembra che l’agenda papale contenga come punto di maggior rilievo la questione della pedofilia, già fatale al Papa emerito, che avrebbe deciso di dimettersi consapevole di non aver fatto qualcosa di concreto per limitare gli abusi. Bene, di fronte ad un’aberrazione che interessa anche la Chiesa mi aspetto che si cerchino seriamente le cause di questo fenomeno per affrontarle e togliere nutrimento a questa deviazione.
Essere contro qualcosa serve a prendere posizione, posizione che rimane sterile se non si affrontano le cause che determinano il qualcosa. Forse la modalità di vivere la spiritualità, propria del mondo cattolico, e non solo, è da rivisitare.
In giro non si sente altro: “Che emozione!”, dicono tutti.
Provo a non farmi incantare, in fondo si tratta dell’incoronazione di un re che si avvale del supporto divino, si precisa che è lo Spirito Santo a determinare l’esito del conclave; con le debite proporzioni e differenze mi pare che la logica somigli a quella che legittimava i Faraoni dell’Egitto antico.
Una mia amica mi dice che le vengono i brividi quando vede muoversi i cardinali, tutti uomini, tutti uguali nel loro colore rosso, con quei copricapo; le rispondo che forse è condizionata dalla saga de “I Borgia” vista su La 7.
Molti applaudono.
Un elogio stonato m’è parso quello di Pietro Grasso, il magistrato inserito nelle liste del PD poco prima delle ultime elezioni.
“Ritengo che la chiesa cattolica sia adatta ad occuparsi dell’educazione dei nostri giovani”. Proprio questo ha detto mentre Bersani gongolava presentandolo alla stampa ed al paese. Il nostro stato non è ancora laico perchè dichiarazioni pubbliche come quelle di P. Grasso autorizzano le Curie a nominare gli insegnanti delle scuole pubbliche. Con questo capisco perchè sia Vendola sia Ingroia abbiano dichiarato pubblicamente che la chiesa cattolica non dovrebbe interferire con lo stato; di fatto l’apparato ecclesiastico è presente nello stato, eccome, ed interferisce. La lunga mano dei casti cardinali arriva fino a condizionare la didattica pubblica, sia con le icone, sia con persone fisiche.
Altri brividi lungo la schiena a seguito dei dubbi relativi alla tragedia dei desaparecidos, me li faccio passare, non voglio crederci, anzi, non vorrei nemmeno avere il sospetto.
Dicono che questo Papa sia migliore perchè non ha esibito il crocefisso d’oro, chissà cosa avrà in mente di farne?
Certo che se si ispirasse davvero al Santo d’Assisi non dovrebbe avere dubbi, anche se la storia ognuno può leggerla come vuole; il crudo realismo della Cavani nel suo film “Francesco” (1989) o la rappresentazione aulica ed iconografica di Zeffirelli (1972) in “Fratello sole, sorella luna”?
03/15/2013
3:06 pmGaudio magnum.
Non ho mai studiato latino, spero però di essermi fatto capire. Tutti Contenti! che diamine.
A distanza di qualche giorno si fanno anche considerazioni sul “passato” del nuovo papa.
La puntigliosa difesa dell’operato dell’odierno Papa, quando era Vescovo di Buenos Aires, mi sembrano come le scuse o arrampicate sugli specchi quando si vuole difendere a tutti i costi Berlusconi nei suoi comportamenti da comune cittadino, perchè questo è un cittadino qualsiasi nei confronti della legge.
Sono (quasi) convinto che il Papa ha metabolizzato eventuali comportamenti non consoni, in quell’epoca nefasta e adottato in seguito comportamenti “più” coraggiosi e consoni alla realtà. Cosa che non mi sembra stiano facendo Berlusconi e suoi. Tante sono le incongruenze evidenti.
Giuseppe Luti