I sindaci si dividono ma l’ospedale unico si farà. Al Piano Pieve

Published on 02/28/2013 in featured

Il nuovo Ospedale unico della Valle, se mai e quando si farà, sarà al Piano Pieve. Punto. La possibilità che la nuova struttura ospedaliera (che anche oggi è stato confermato la Regione intende realizzare e finanziare) si faccia nel nostro territorio, a Mologno, è definitivamente tramontata, salvo altri colpi di scena che a questo punto hanno poca probabilità di essere.

Oggi  la ratifica ufficiale e definitiva, sulla sede che ospiterà l’ospedale, della conferenza generale dei sindaci; in una burrascosa riunione che si è conclusa con un voto diviso e lacerato fino alla fine. Con interventi e prese di posizione polemici e con diversi attacchi e critiche tra i sindaci. Ma dove alla fine ha prevalso la linea sostenuta in questi mesi dai sindaci della Garfagnana, forti di un appoggio preponderante venuto dal sindaco di Lucca Alessandro Tambellini. Le quote dei voti dei sindaci, grazie anche all’appoggio di Tambellini, parlano chiaro: 486 voti a favore della ratifica della sede del Piano Pieve e 360 astenuti.

Un appoggio mai messo in dubbio quello del sindaco di Lucca, fino dalle prime battute della seduta della conferenza dei sindaci avvenuta a Monte San Quirico presso la sede direzionale dell’ASL 2.

Non mi dite il perché ma questa è l’impressione che ho avuto,  e se il sindaco di Lucca mi vorrà smentire sarò più che curioso di sentire la sua; ma mi è parso che la posizione assunta dal sindaco di Lucca abbia qualcosa a che vedere con dei conti in sospeso con la nostra zona e con alcuni politici di queste parti. E che alla fine questa sia stata una posizione più basata sul politico che sull’effettiva convinzione della sua giustezza. Il “buon senso” di cui più volte ha tacciato di mancanza taluni sindaci, mi pare che alla fine sia mancato proprio al sindaco lucchese.

Non mi sono piaciute nemmeno altre parole pronunciate dal sindaco Tambellini, che più o meno velatamente ha fatto capire che comunque vada non è che la Valle del Serchio deve nutrire più di tante aspettative sulla effettiva qualità e capacità di attrazione dell’ospedale unico della Valle del Serchio. Che l’ospedale principale sarà quello di Lucca e che quindi qui tanti servizi non ci si devono aspettare. Che questo ospedale di Valle insomma non dovrà entrare in competizione con il nuovo ospedale di Lucca, ma dovrà essere struttura che si integrerà e che sarà al servizio del “San Luca” di Lucca. Se io fossi stato un sindaco, sia della Garfagnana che della Media valle, a queste parole avrei dato un peso diverso e mi sarei pure incazzato (chiedo scusa), ma così non è stato e grazie a Tambellini possiamo dire addio definitivamente alla scelta di Mologno e con essa alla possibilità che venga effettivamente realizzato un ospedale come si deve in Valle del Serchio.

Lo ha detto alla fine della lunga assemblea anche il sindaco di Fabbriche di Vallico Oreste Giurlani: “rimangono forti i dubbi che un nuovo ospedale a Piano Pieve non rientri, per la sua collocazione, nei parametri necessari alla realizzazione di un nosocomio di livello adeguato e che quindi l’unica possibilità sia la realizzazione di un ospedale con servizi essenziali”.

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Ma andiamo per ordine che forse è meglio.

Alla conferenza dei sindaci prevista per oggi a Monte San Quirico, al primo punto all’ordine del giorno la discussione sul nuovo ospedale unico della Valle del Serchio e sulla sua sede alla luce dei dubbi emersi da quanto più volte affermato dall’assessore regionale Luigi Marroni: a seconda della sede decisa diversa sarà la tipologia dei servizi realizzabili nel nuovo ospedale. Da Marroni  tutti si attendevano un definitivo pronunciamento in proposito: la presentazione di una più approfondita relazione, come annunciò nella riunione che si tenne sempre a Lucca l’8 gennaio scorso, che avesse permesso di chiarire se esistevano differenze sulla tipologia del nuovo ospedale unico della Valle, se questo fosse stato realizzato al Piano Pieve come deciso dai sindaci della Garfagnana il giorno precedente, oppure nell’altra area indicata e sostenuta dalla Media Valle e cioè Mologno. E se si rischiava veramente, con Piano Pieve, di avere un ospedale non rispondente alle aspettative e di dimensioni ridotte.

Marroni chiese ai sindaci di attendere questi studi ma in realtà oggi si è presentato senza fornire in merito alcuna indicazione più precisa, che confutasse o meno i dubbi sulla tipologia.  La Regione, come ha reso noto,  ha dato incarico ad una commissione di esperti nominata nelle settimane scorse, di redigere uno studio approfondito, ma una relazione ed una valutazione completa, dopo aver studiato flussi, bacini di utenza e capacità di attrazione della nuova sede ospedaliera, per decidere l’esatta tipologia del nuovo ospedale unico, non sarà pronta che alla fine di marzo. Ed alla fine, pur se ribadendo che la Regione non realizzerà una struttura sovradimensionata, e riconfermando che non ci si può aspettare tipologie uguali a seconda di dove verrà, sono rimasti sul tavolo i dubbi sulla effettiva struttura, su  quello che sarà il nuovo ospedale unico  della Valle.

Da qui in poi l’acceso dibattito che è seguito non ha che riproposto un copione già vissuto. Una parte dei sindaci che chiedevano un rinvio della ratifica del voto sul Piano Pieve, (una impresa disperata già in partenza visto l’immediato schieramento contrario del sindaco di Lucca) ed una parte determinata a votare subito la ratifica perché la scelta sulla localizzazione era stata già legittimamente presa e comunque sia la Regione dovrà fare il possibile per mantenere gli impegni presi con il piano di fattibilità presentato un anno fa e che poi avrebbe disatteso avanzando ipotesi di tipologie diverse.

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Più che contrariato, diremmo abbattuto ed a ragione, il sindaco di Barga, Marco Bonini, a capo della fazione che avrebbe voluto rinviare il voto. Sarebbe stato necessario capire le ipotesi che la nuova commissione metterà sul campo entro la fine di marzo prima di procedere: “ratificare adesso vuol dire assumersi la responsabilità di una scelta che alla fine potrebbe penalizzare la sanità della Valle del Serchio e noi questa responsabilità non la vogliamo prendere”. Da qui alla fine l’astensione dal voto che ha coinvolto oltre a tutti i sindaci della Media Valle, Gallicano, Molazzana, Villa Basilica, Pescaglia ed anche il sindaco di Capannori e quello di Porcari, favorevoli al rinvio, condividendo le preoccupazioni  espresse da Bonini e dagli altri.

Tutti gli altri a favore della ratifica, portata avanti dai sindaci della Garfagnana a testa ed orecchie basse, senza se e senza ma, convinti che alla fine l’avrebbero spuntata. Tutti a favore della ratifica del Piano Pieve, anche se alla fine, come è stato detto, con l’intenzione di far seguire un ordine del giorno dove si richiede da parte dei sindaci alla Regione di mantenere gli impegni presi un anno fa su una unica tipologia e non su servizi diversi a seconda della sede dove sorgerà il nuovo ospedale. Duri e testardi fino alla fine.

Comunque, se la Regione effettivamente su questo darà ragione ai sindaci lo sapremo  a fine marzo, quando si spera che questa relazione della commissione sanitaria e tecnica rinominata arrivi. Ma permetteteci di avere qualche dubbio. La Regione sicuramente ratificherà quanto oggi Marroni non ha voluto dire più di tanto in modo chiaro, ma che comunque tra le righe ha detto. Avete voluto l’ospedale al Piano Pieve? Avrete un ospedale con servizi di base, commisurati alle capacità di attrazione (poche) di questo territorio;  che non sarà quello previsto dal piano di fattibilità, perché oggi non esistono più le condizioni (ed i soldi) per realizzare una struttura  sovradimensionata laddove non serve. La famosa cattedrale nel deserto di cui parlavamo a gennaio.

Attenderemo dunque che la commissione dica la sua, per capire di che morte dovremo morire e che ospedale nuovo potremo avere, ma ormai sarà tardi. La scelta ormai è presa e non si torna indietro.

Si doveva parlare oggi anche di un’altra questione delicata e che sicuramente dividerà ancora i sindaci, e che sicuramente farà del male alla popolazione di questa valle che perderà uno dei suoi due punti di riferimento a livello ospedaliero: la riorganizzazione degli attuali due presidi della Valle del Serchio. Vista la complessità del punto ed il lungo dibattito già avvenuto, è stato deciso di soprassedere, ma a questo punto non posso che riconfermare gli interrogativi (e i dubbi) espressi nei giorni scorsi. Chi soccomberà tra Barga e Castelnuovo, quale ospedale sarà accorpato nell’altro? Non credo che ci sia bisogno fornire una risposta che a questo punto è abbastanza ovvia. Anche perché dovranno essere di nuovo i sindaci a ratificare i piani che presenterà il direttore generale dell’ASL 2 e vista la caparbietà dei sindaci garfagnini c’è poco da sperare in una situazione che già sulla carta (visto come sono strutturati adesso i due ospedali) non depone a nostro favore. Insomma prima abbiamo perso le speranze del nuovo ospedale e poi perderemo anche il nostro ospedale.

Quello che è successo oggi, domani sicuramente sarà analizzato meglio e piano piano dovremo farcene una ragione, anche se permettetemi di aggiungere che la cosa mi ha profondamente addolorato perché vedo una storia centenaria fatta di tanta buona sanità che abbiamo vissuto giorno dopo giorno da queste parti, ormai all’epilogo. Se ne parlerà  anche a livello politico locale sicuramente. Non foss’altro per la dichiarazione rilasciataci a caldo, subito dopo la riunione, dal consigliere di minoranza a Barga, Oriano Bartolomei: chiederà le dimissioni del sindaco di Barga, Marco Bonini, per come è stata gestita tutta la vicenda in questi mesi.

 

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