A casa Pascoli è tempo di vendemmia. La vigna in fondo al giardino, ripristinata con i lavori di rivitalizzazione che hanno coinvolto tutto il patrimonio agricolo della tenuta, per il primo anno dopo lungo periodo è carica di grappoli. Segno che il recupero tentato dai volontari della Misericordia di Castelvecchio ha funzionato e che il progetto di vinificare l’uva del poeta può essere portato avanti, nel rispetto della tradizione che vuole solo rame e zolfo per aiutare la crescita.
Questa mattina erano al lavoro alcuni volontari della Misericordia capitanati da Maurizio Lucchesi, intenti a cogliere le pigne di Merlot, di Ciliegiolo e di Albana Bianca, un vitigno, quest’ultimo, donato a Castelvecchio dal comune di San Mauro Pascoli.
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Per quest’anno la vinificazione non avverrà nella cantina del Poeta perché è ancora in restauro, ma il progetto che ha in mente la Misericordia è di tornare a fare il vino come cento anni fa, producendo quel flos vinae (fior di vino) che lo stesso poeta aveva ideato.
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Certo la produzione non sarà su larga scala – i vendemmiatori per quest’anno stimano 5 damigiane al massimo – ma quello che conta è che il progetto di far tornare produttiva la vigna del poeta ha ripreso forza e guarda al futuro nell’ottica di mantenere, valorizzare e far rivivere il prezioso patrimonio pascoliano.
– Una vendemmia fa, così, piacere!
Nemmeno un chicco marcio nella pigna.
– E tutte pigne, salde fisse nere.– Uva d’alberi, e pare uva di vigna.
– Ma qui ci son d’agosto le cicale
da levar gli occhi! qui la vite alligna!– Porta il bigoncio. – È pieno.
– Avessi l’ale!
Avessi l’ale d’una rondinella!
Il nido lo farei nel tuo guanciale.– Guarda: la vespa vuole la più bella.
– L’ape fa il miele, eppur le basta un fiore,
fior di trifoglio, fior di lupinella.– Ha fatto buono all’uva lo stridore
di tutta estate. – Ciò che fa per l’una,
non fa per l’altro. – Ora, contava l’ore.
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