Casa Pascoli più “pascoliana” che mai: nell’anno del centenario si stanno realizzando importanti interventi strutturali sulla casa museo di Castelvecchio e sul verde che la circonda per riportare il “castellaccio” e la “chiusa” come Pascoli e la sorella Mariù li vissero negli anni della loro permanenza a Caprona.
Promotrice di questo ripristino è stata la Fondazione Pascoli con il neo presidente Alessandro Adami, sostenuta dal Comune di Barga, dalla Provincia di Lucca, dalle fondazioni bancarie, dall’Unione dei comuni della Media Valle e da singoli cittadini, che con finanziamenti o ore di lavoro hanno contribuito (e contribuiranno) a far tornare la dimora del poeta come era cento anni fa.
Questo pomeriggio, dopo aver ricevuto a Palazzo Pancrazi i rappresentanti dell’istituto filatelico di San Marino, l’intero consiglio comunale si è recato a casa Pascoli per visionare l’avanzamento dei lavori, che in questa prima fase hanno riguardato il giardino, la stalla, la vigna e la costa del rio dell’Orso, luoghi cantati più volte dalle liriche di Giovanni Pascoli.
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Entrando nel giardino si nota subito quanto e quale sia stato l’impegno della Fondazione: il pozzo è stato liberato dai rampicanti che lo ricoprivano tornando a mostrare le pietre e le formelle messe lì dai Pascoli, così come il piano del giardino è stato abbassato per far riemergere il disegno delle aiuole circondate da pietre, dove sono state messe a dimora pratoline e piante aromatiche. Sono tornati anche i peri e le conche di coccio – donate dal comune di Impruneta – dove sono piantati limoni; mentre più in fondo agrifogli, rose rampicanti e altri alberi da frutto stanno fiorendo.
Il tutto basandosi su quanto descritto da Giovani Pascoli nelle poesie che cantavano la vita a Castelvecchio o riferendosi a documenti, anche fotografici, contenuti nell’archivio di Casa Pascoli.
Ma il ripristino ha riguardato anche la stalla, che è tornata alla luce dopo essere rimasta nascosta per anni da vegetazione e impalcature ed anche il forno appena fuori dalle mura della proprietà è stato interamente restaurato, mentre la costa che scende nel Rio dell’Orso è stata liberata dalla vegetazione spontanea cresciuta negli anni riportando alla luce il metato (ormai diroccato) con cui le castagne della proprietà di Giovanni Pascoli venivano essiccate. In quest’area presto sarà recuperato il vecchio sentiero che porta dal Colle di Caprona fino alla stazione ferroviaria.
Insomma, al motto di “che tutti torni com’era”, chi visiterà la casa museo potrà avere la stessa percezione che il poeta e sua sorella Mariù avevano quando da Messina o Bologna rientravano a Castelvecchio; un luogo sereno ma vitale a differenza di quanto si possa pensare interpretando il carattere ombroso del Poeta; pronto ad accogliere i visitatori in una quieta atmosfera circondata dalle creste delle Apuane e dal colle di Barga.