A luxury cruise ship has run aground off the coast of Tuscany, gashing open the hull and forcing some 4,200 people aboard to evacuate on lifeboats to a nearby island early on Saturday. At least three were dead, the Italian coast guard said.
There were at least three more feared dead, and helicopters were working to pluck to safety some 50 people still trapped aboard the badly listing Costa Concordia, said Coast Guard Commander Francesco Paolillo.
Paolillo said it wasn’t known if the dead were passengers or crew, nor were the nationalities of the victims immediately known. It is understood there were several British passengers on board.
The Italian news agency ANSA reported that some people had jumped overboard in the scramble to evacuate the ship, which had just begun a Mediterranean cruise.
The evacuees were taking refuge in schools, hotels, and a church on the tiny Tuscan island of Giglio, a popular vacation isle about 18 miles (25 kilometres) off Italy’s central west coast.
ANSA quoted two Italian journalists who happened to be among the passengers taking the Mediterranean cruise as saying the accident happened during dinner hour.
“We were dining when the lights went out, and suddenly we heard a bang and the dishes fell to the floor,” ANSA quoted one of the journalist-passengers, Luciano Castro, as saying.
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“It was like a scene from the Titanic,” another passenger aboard, journalist Mara Parmegiani, told ANSA.
Paolillo said the exact dynamics of the accident were still unclear, but that the first alarm went off about 10:30pm (2130 GMT), about three hours after the Concordia had begun its voyage from the port of Civitavecchia, enroute to its first port of call, Savona, in northwestern Italy.
The coast guard official, speaking from the port captain’s office in the Tuscan port of Livorno, said the vessel “hit an obstacle” -- it wasn’t clear if it might have hit a rocky reef in the waters off Giglio -- “ripping a gash 50 metres (165 feet) across” on the left side of the ship, and started taking on water.
The cruise liner’s captain then tried to steer his ship toward shallow waters, near Giglio’s small port, to make evacuation by lifeboat easier. But after the ship started listing badly onto its right side, lifeboat evacuation was no longer feasible, Paolillo said.
Five helicopters, from the coast guard, navy and air force, were taking turns airlifting survivors still aboard and ferrying them to safely. A Coast guard member was airlifted to the vessel to help people get aboard a small basket so they could be hoisted up to the helicopter, said Captain Cosimo Nicastro, another Coast Guard official.
A statement from Costa Cruises, the company that runs the ship, confirmed that the evacuation of the 3,200 passengers and 1,000 crew had begun, “but the position of the ship, which is worsening, is making more difficult the last part of the evacuation.”
Costa Cruises’ statement did not mention any casualties, and said it had not yet determined the cause of the problem.
Costa Cruises said the Costa Concordia was sailing on a cruise across the Mediterranean Sea, starting from Civitavecchia with scheduled calls to Savona, Marseille, Barcelona, Palma de Mallorca, Cagliari and Palermo.
It said about 1,000 Italian passengers were onboard, as well as more than 500 Germans, about 160 French and about 1,000 crew members.
Right from the very first day of the launch of the Costa Concordia, questions were asked about it’s future as the bottle of spumante did not break, considered a sign of bad luck by some observers
ISOLA DEL GIGLIO (GROSSETO) -- E’ di 3 morti e 14 feriti il bilancio, al momento, dell’incidente che ha coinvolto ieri sera la nave Costa Concordia, secondo quanto rende noto il prefetto di Grosseto Giuseppe Linardi. Non c’e’ certezza che tutte le persone a bordo siano state recuperate: ”Deve essere ispezionata -- spiega Linardi -- la parte della nave che e’ sott’acqua. Si procedera’ con i sommozzatori”.
Uno squarcio lungo almeno 70 mt. sulla fiancata di sinistra e un’inclinazione di 80 gradi dalla parte opposta: si presenta cosi’ la Costa Concordia, la nave naufragata ieri al Giglio. A bordo della nave sono in corso le operazioni di soccorso con i vigili del fuoco alla ricerca di eventuali dispersi. La nave e’ a ridosso degli scogli.
Circa 60 persone sono state liberate dai Vigili del Fuoco in una parte della stessa nave dove erano rimaste intrappolate. Lo si apprende dalla Prefettura di Grosseto e, secondo quanto spiegato, i sessanta erano in ponti della nave Concordia non rimasti sommersi dall’acqua. Tuttavia queste decine di passeggeri non sono riuscite a scappare con gli altri perche’ ogni via di fuga era bloccata.
Il prefetto di Grosseto Giuseppe Linardi ha detto che ”non possiamo escludere” che ci siano dei dispersi tra le persone che erano a boro della nave Costa Concordia. Si attende l’intervento dei sub, spiega, per verificare se qualcuno sia rimasto nella parte della nave sommersa e poi ”non si puo’ escludere, siccome c’e’ stato grandissimo panico e alcune delle persone si sono buttate in
mare, che puo’ anche darsi che qualcuna di queste non si sia riusciti a soccorrerla”.
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”La parte della nave che non e’ sommersa -- ha aggiunto il prefetto -- e’ stata tutta ispezionata dal comandante provinciale dei vigili del fuoco, sono state trovate alcune persone, che sono state soccorse e portate in salvo all’isola del Giglio”.
Linardi aggiunge che in circa 1.500 stanno arrivando o sono arrivate a Porto S.Stefano, trasportate con tre navi. In totale per l’accoglienza in tutta la provincia sono stati recuperati 3229 posti.
La paura arriva all’ora di cena, quando le 4.200 persone a bordo della Costa Concordia (oltre 3.000 dei quali passeggeri e circa mille di equipaggio) sono a tavola ai ristoranti della nave da crociera nei pressi dell’Isola del Giglio: uno scossone, poi la luce che va via. Il tempo di capire quello che sta succedendo e l’invito ad indossare i salvagente e avvicinarsi alle scialuppe, ”per precauzione”. Qualcuno, a bordo, ha pensato al Titanic, di cui tra tre mesi, il 15 aprile, ricorre il centesimo anniversario dell’affondamento.
Sembrava, all’inizio, che questa avventura si fosse conclusa senza gravi conseguenze, solo tanta paura. Ma poi, durante l’evacuazione, qualcosa non ha funzionato: molti passeggeri sono caduti in acqua, qualcuno forse vi si e’ gettato per la paura mentre lo scafo si inclinava sempre piu’, e ha dovuto vedersela con il freddo del mare e della notte. Tutte da accertare le cause della morte delle vittime: ipotermia, forse, ma non si esclude un malore, ne’ si sa se fossero tra quelli finiti in acqua.
La nave era attesa a Savona per la prima tappa della crociera ”Profumo degli agrumi” nel Mediterraneo, ed era partita circa due ore prima da Civitavecchia. L’Isola del Giglio, dove i passeggeri sono stati evacuati in attesa di essere trasferiti in altri luoghi con maggiore ricettivita’, era a due passi quando il ”tempio galleggiante del divertimento”, per motivi ancora da accertare, si e’ incagliata alle secche di Punta Gabbianara, la punta piu’ a sud dell’isola con alte scogliere, meta preferita dei sub.
La Concordia ha cominciato ad imbarcare acqua e ad inclinarsi sul fianco destro a causa di una falla che si sarebbe aperta nella zona di poppa. E proprio dall’Isola del Giglio sono partiti i primi soccorsi. Il sindaco, Sergio Ortelli, ha messo a disposizione scuole, asili, alberghi, ”qualsiasi cosa abbia un tetto” e il parroco ha aperto la chiesa per ospitare i passeggeri della nave. Piu’ tardi e’ cominciato, per alcuni di loro, il trasferimento in traghetto a Porto S.Stefano.
“Stavamo cenando quando è andata via la luce, abbiamo sentito un colpo e un boato, e le stoviglie sono cadute per terra”: cosi’ ha raccontato all’ ANSA Luciano Castro, da bordo della Costa Concordia. All’inizio e’ stato detto che si trattava di un guasto elettrico, ma tutti si sono accorti che i bicchieri sul tavolo non stavano piu’ in piedi. “Scene da Titanic”, commenta con l’ ANSA Mara Parmegiani, giornalista, come Castro, e anche lei per caso tra i crocieristi della Concordia. Prima l’invito ad avvinarsi alle scialuppe ”per precauzione”, poi ogni incertezza e’ stata spazzata via da sette fischi brevi ed uno lungo: il segnale di abbandono nave. Verso la Costa Concordia che stava calando le scialuppe si sono avvicinati anche altri natanti che incrociavano nella zona, anche uno dei traghetti che
fa servizio tra l’Isola del Giglio e Porto Santo Stefano, mezzi dei vigili del fuoco da Livorno e da Civitavecchia, delle capitanerie di porto e della guardia di finanza.
Verso l’una la situazione si complica: l’armatore fa sapere che ”la posizione della nave, diventando più difficoltosa, sta complicando le ultime operazioni di sbarco”. E’ sul fianco, ormai, e a bordo ci sono ancora centinaia di persone. Prima dell’arrivo degli elicotteri, in diversi cadono nelle acque gelide del Tirreno a gennaio. All’ANSA giunge la telefonata di due genitori in ansia per il figlio in viaggio con moglie e due bambine di 3 e 4 anni. ”Sono ancora li’, fate qualcosa”. Poi, per loro, un sospiro di sollievo: Gianluca Gabrielli e la sua famiglia ce l’hanno fatta; sono sulla banchina del Giglio e hanno una coperta. Solo un lenzuolo, invece, ricopre il cadavere della prima vittima, un uomo di 65-70 anni. Il Prefetto ha richiesto la lista dei passeggeri, per poi provvedere all’appello.
La nave compie spesso questa rotta; Civitavecchia – Savona è l’ultimo tratto della crociera.
Pare (c’è ovviamente un’inchiesta in corso) che sia anche abbastanza frequente che questa nave si avvicinasse a Giglio Porto illuminata a giorno ed impavesata, per un saluto.
Testimoni dal porto riferiscono di aver notato la nave procedere terribilmente sottocosta, poi ad un certo punto accostare repentinamente a sinistra e spegnersi tutte le luci di bordo e di coperta.
Subito dopo, mentre le luci si riaccendevano, avrebbe dato fondo alle ancore e dato macchina indietro per cercare l’appoggio sui bassi fondali di cala Lazzaretto.
Le motivazioni e le cause le stabiliranno le indagini, ma la dinamica è già abbastanza chiara: la nave, dopo aver salpato da Civitavecchia, all’altezza di P.to S. Stefano (Punta Lividonia) accosta verso il Giglio.
Inspiegabilmente, seguendo rotta Nord, quindi offrendo la murata di sinistra alla costa, si sarebbe avvicinata in modo sconsiderato agli scogli delle Scole.
A questo punto l’aletta stabilizzatrice di sinistra potrebbe aver sfiorato gli scogli, allarmando l’Ufficiale al timone, oppure quest’ultimo potrebbe essersi accorto della caxxata in corso, fatto sta che deve aver dato tutta ruota a dritta, nel vano tentativo di allontanarsi dal pericolo, ma ottenendo solamente di scaraventare la poppa, lato sinistro, sugli scogli, squarciandola per diverse decine di metri sotto al galleggiamento e strappando ai fondali uno scoglio di notevoli dimensioni.
Si spiegherebbe così la posizione inusuale dello squarcio, a poppavia del traverso.
Mentre la nave, dopo un paio di accostate, punta verso Talamone, gli ufficiali in plancia fanno l’unica cosa saggia che potessero fare: danno fondo alle ancore ed innestano la marcia indietro, ottenendo la rotazione della nave di 180° ed un altro squarcio in carena, sul lato opposto, quando la chiglia entra in collisione con il fondale, sul quale però riesce ad adagiarsi.
Alle 23:10, la nave è inclinata sul lato di dritta per 10-20° ma i continui rumori di lamiere che si contorcono non lasciano certo presagire che quella sarà la definitiva posizione di quiete.
Nel frattempo, le scialuppe e le zattere di dritta vengono calate in mare, mentre quelle di sinistra si appoggiano sulla fiancata richiedendo notevoli sforzi per poter essere varate.
Le MM/VV trainano zatteroni colmi di naufraghi incaxxati e spaventati che urlano in varie lingue “Ci hanno detto che era un guasto elettrico!”, ma questo è comprensibile, per evitare il panico a bordo.
Apparentemente i passeggeri in attesa all’esterno, sui vari ponti della nave, sono calmi e, in fila, attendono il proprio turno per salire sulle scialuppe sul lato dritto o, sul lato sinistro, per poter scendere con la biscaggina sulle unità del SAR e sulle altre scialuppe della Costa Concordia.
Gli unici che urlano, vicini al panico, nel tentativo di dare indicazioni ai passeggeri, sono proprio alcuni membri dell’equipaggio…
Qualcuno, invece, cade o si getta in mare.
Di questi, molti raggiungono a nuoto la vicina scogliera, mentre altri si abbandonano appena entrano in acqua, aggrappati unicamente al galleggiamento della cintura di salvataggio che indossano ed ai pochi minuti di resistenza nelle fredde acque del Tirreno, tra l’altro poco dopo aver cenato.
Se ne recuperano 4, in vari viaggi: un russo completamente ubriaco, un filippino dell’equipaggio e due donne francesi sulla sessantina, tutti lontani dalla “mischia” di MM/VV e, probabilmente, altrimenti destinati a morte certa.
L’ultima donna, sotto shock ed in ipotermia, continua ad urlare solamente “Mon mari Pierre, Mon mari Pierre”.
Il viaggio dopo, più o meno nello stesso punto, si individua e recupera un anziano, il quale, nonostante i tentativi di rianimazione, arriva già cadavere alla banchina del Giglio, pochi istanti dopo.
Non so se sia giusto dirlo, ma spero almeno non si tratti di Pierre…
I sommozzatori dei VVFF, a bordo, coadiuvano in modo eccezionale le operazioni di soccorso in acqua, bravissimi, davvero!
Con loro e con la G.d.F. si notano due persone dai lineamenti asiatici, imprigionate dietro una vetrata dell’ultimo ponte, all’interno della nave.
Serve una mazzetta idonea per sfondare i pesanti vetri.
La G.d.F., però, ha un’altro cadavere a bordo del piccolo gommone, quindi corre in porto, scarica lo sfortunato anziano, recupera una mazza e con quella si riescono a spaccare le vetrate ed a tirare fuori i due da un punto che, venti minuti più tardi, si troverà completamente sommerso.
Intanto gli elicotteri della Capitaneria, nonostante il vento cominci a farsi sentire, riescono a “verricellare” decine di persone dai punti più improbabili e rischiosi della nave, come i ponti di comando.
I gigliesi, nel frattempo, si attivano per ospitare e soccorrere i naufraghi, comportandosi in modo davvero eccezionale, direi esemplare: distribuiscono ai malcapitati le chiavi delle proprie case, chiuse durante la stagione invernale, o li ospitano direttamente in casa propria.
O nella parrocchia.
Gli procurani bevande calde, coperte, viveri, etc.
Mentre la CP continua le operazioni di sbarco dalla biscaggina di sinistra, appena dietro lo squarcio in carena, i VVFF fanno una prima ispezione con gli uomini rana della Guardia Costiera: alcune decine di feriti, compreso il medico di bordo, devono essere sbarcati in modo assolutamente calcolato: alcuni hanno addirittura fratture esposte.
Fortunatamente il mare è ancora abbastanza calmo.
Sbarcate tutte le persone presenti a bordo, sembrano mancare ancora una cinquantina di passeggeri all’appello.
Restano da ispezionare la parte interna più pericolosa della nave e quella che, invece, è già sommersa.
Quella dove, da lontano, i VVFF dicono di aver trovato, nel corso della prima ispezione (ahimè…), diverse sedie a rotelle.
Speriamo si tratti solo di sedie a rotelle lasciate li!
La seconda ispezione richiede però la luce del giorno ed un attento briefing con gli ufficiali di bordo della Costa Concordia, per capire esattamente come sia fatta la nave.
Uno di questi ufficiali, invitato ad entrare all’interno della nave (ormai completamente al buio) insieme ai soccorritori, esclama: “ma siete matti?! Io ho moglie e figli!”… Complimenti!
I risultati di quest’ultima ispezione non penso siano ancora noti.
Mi auguro che i 50-60 naufraghi non presenti all’appello, siano semplicemente ricoverati in ospedale o che non siano stati censiti per qualsiasi altro motivo.
Lo spero; tre morti sono un tributo enorme da pagare per una cosa del genere, ma si tratta comunque un vero miracolo, data l’entità del disastro e la stagione invernale.
I bambini, per fortuna, erano tutti al teatro, per una festa in maschera dedicata ai piccini.
All’alba resta l’atmosfera surreale di un gigante del mare e del divertimento, tetramente adagiato su un fianco, a fare da sfondo ad un Giglio Porto colmo di scialuppe di salvataggio, zattere ed una moltitudine di mezzi delle varie Autorità, mentre in banchina, file gigantesche di persone, con coperte di vari tipi e colori sulle spalle, attendono in silenzio il proprio turno d’imbarco sui traghetti che le riporteranno a Porto S. Stefano.
Tre morti (accertati finora), decine di feriti e 480 milioni di Euro di nave da buttare.
Visto il prezzo pagato, riesce difficile, quasi impossibile, accettare l’ipotesi assurda di una leggerezza imperdonabile…
Maledetto venerdì 13.
http://www.gommonauti.it/ptopic48945.html&postdays=0&postorder=asc&start=70
Io sulla Concordia ci sono stato, nel maggio 2008 per il mio viaggio di nozze. Però, essendo partito alle 15 da Civitavecchia, ed essendo ancora giorno, non ricordo di aver costeggiato l’isola del Giglio. O il comandante di allora (mi pare si chiamasse Giardina) preferì andare sulla rotta concordata, oppure a quell’epoca non c’era questa usanza. Comunque sia, vedere una città galleggiante come la concordia fare quella fine, è davvero triste. E tutto per salutare qualche decina di persone sull’isola maremmana, o anche e soprattutto per far conoscere il Giglio ai turisti a bordo della nave, sperando che poi ci andassero a vederla di persona per trascorrere le vacanze. Chi, come me, ha avuto l’onore e il piacere di salire sulla Concordia, sa bene che certe situazioni come gli urti possono capitare ovunque, come bisogna mettere in preventivo i movimenti oscillanti della nave in mare aperto. Ma stavolta, se davvero si appurerà che la manovra è stata causata dalla voglia di fare un piccolo show fuori programma, allora sarebbe bene che anche le autorità dell’isola facessero mea culpa.
Lo “show” (in italiano, ed in questo caso specifico, SFILATA) di una nave, di grandi dimensioni, lungo coste frastagliate e per questo presentate per spettacolari (spesso lo sono veramente), è una delle caratteristiche delle crociere nei mari del nord (anzi, precisamente del
Mare del Nord, che lambisce le coste della Norvegia) dove
queste (esagerate) navi si addentrano nei fiordi che
strabiombano sull’acqua. Ma per vedere da vicino ci vuole il binocolo, non la nave vicino (pericolosamente) alla costa.
Qui, qualcuno ha esagerato, e forse è già un buon risultato che siano morte (per ora) solo sei persone.
Ma di notizie su questa tragedia ne sono piene tutti i
quotidiani ed i telegiornali ci sciacquano la bocca appena vanno in onda. Quindi.
Luti Giuseppe