“Voce indipendente di unità ideale con i barghigiani all’estero” – Così Bruno Sereni, fondando il Giornale di Barga, decise di scrivere sotto la testata per sottolineare il ruolo che queste pagine avrebbero avuto nel mantenere in contatto chi, soprattutto dopo la seconda Guerra mondiale, lasciò la terra di origine.
Anche se questo compito con gli anni è leggermente mutato, l’intento primario non è sfuggito alla professoressa Maria Lammari che con la sua classe, la 3° B della scuola Media di Barga, sta approfondendo il tema dell’emigrazione.
Il progetto che la classe sta affrontando, parallelamente ai programmi curricolari, è lo studio della storia di Barga, e in questo momento il loro percorso è arrivato al post-risorgimento, uno dei momenti in cui i flussi di emigrazione furono davvero intensi.
Così, anche se il Giornale è più recente, è stata inserita nelle attività di approfondimento anche una visita alla nostra redazione, per scoprire come Barga e i bargoesteri hanno saputo mantenere il legame anche attraverso le pagine di questo foglio.
Ventidue ragazzi sono dunque venuti a trovarci, con le idee ben chiare e alcune domande da farci per capire meglio come il legame tra Barga e i sui emigranti non si sia mai dissolto, per scoprire quali destinazioni i nostri concittadini avevano scelto per cercare fortuna, per vedere come in sessant’anni le modalità per rimanere in contatto si sono evolute, divagando anche su come si prepara e stampa un giornale.
Nell’augurarci che per loro sia stata un’esperienza interessante e formativa, noi del Giornale possiamo dire che senza dubbio è stato un piacere aprire la redazione – per la verità aperta a tutti – a così tanti giovani curiosi e interessati a un mondo che non necessariamente fa parte del passato.
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