Si avvicina il decimo anniversario di quella data che ha segnato, con un violento strappo, la percezione del mondo, del viaggiare, del fare politica ed economia; il mai dimenticato 11 settembre, giorno in cui 4 attacchi suicidi hanno segnato uno spartiacque tra il “prima” e il “dopo”.
Nel decennale di quell’evento, ormai sempre accompagnato dall’aggettivo “tragico”, molti stanno ricordando cosa fu e come è stato dopo. Dalle immagini ormai divenute icone che ritraggono i primi istanti dopo l’impatto sulle due torri del World Trade Center, all’ inconsueta quiete che ha investito New York nelle ore successive fino ai momenti di commemorazione ufficiale, ognuna di quelle immagini ha toccato nell’intimo molti, moltissimi, anche a chilometri di distanza.
È per questo che anche nella piccola realtà di Braga, come, supponiamo, in infinite altre realtà, si ricorda questo evento come se fosse stato vissuto in prima persona.
Presso lo studio di Paolo Biagioni in via di Mezzo a Barga, ad esempio, rimarrà esposto “Omaggio a New York” una tela che il pittore barghigiano ha realizzato a “caldo” e che rappresenta un Ground Zero astratto, urlante, trasfigurato; così come presso l’Installazione di Venti d’Arte in via Provinciale a Fornaci saranno esposti gli scatti di Stefano Tommasi raccolti sotto il titolo “America Oggi”, immagini della vita quotidiana di New York realizzate dieci anni dopo la più grande ferita con cui la città abbia mai dovuto confrontarsi.