Già in altre occasioni (l’ultimo articolo lo trovate qui) abbiamo parlato del Cinipide Galligeno, un insetto parassita del castagno che proviene dalla Cina, ma che da qualche anno si è diffuso anche in Italia e che sta mettendo seriamente a rischio non solo la vita dei castagni, ma anche la produzione di castagne, di miele di castagno e l’intero eco sistema del sottobosco.
Da parte delle istituzioni si afferma che la situazione qui da noi non è al momento preoccupante e che sono in corsi lanci dell’insetto antagonista che si ciba del Cinipide e che sarebbe l’unico rimedio in grado di debellare questa minaccia. Non la pensano così invece i nostri castanicoltori che ci denunciano una situazione ben più grave. A farlo è Marco Giovannetti, residente a Pegnana, che lancia un vero e proprio grido di allarme. Le nostre selve di castagni vedono già una preoccupante presenza del cinipoide e qui da noi non ci sono mai statui lanci dell’insetto antagonista. Lanci che invece, come spiega Giovannetti, dovrebbero essere molto più diffusi su tutto il territorio e soprattutto più numerosi.
Siccome la produzione dell’insetto antagonista, ovvero il Torymus Sinensis che inocula nelle galle del Cinipide le proprie larve che se ne nutrono, non è facile e da noi è stato istituito solo un primo allevamento a Camporgiano, Giovannetti propone di dare la possibilità ai castanicoltori di realizzare nuovi allevamenti così da poter intensificare i lanci. C’è da trovare i soldi che servono, forse nemmeno pochi, ma secondo Giovannetti la spesa non sarebbe mai così alta come la perdita del grande patrimonio e delle risorse che stanno intorno al castagno.
Inutile dilungarci troppo in parole. Sentite quello che ha da dire Marco Giovannetti sul cinipide, sulla sua diffusione e su quello che sarebbe necessario fare. Qui sotto trovate la nostra audio intervista. E soprattutto, se la pensate come lui, fate tutto il possibile affinché le nostre istituzioni non sottovalutino il problema ed intervengano efficacemente.
Documento di Sintesi sul problema del Cinipide del castagno per cittadini attivi e motivati ad agire
In occasione della mostra storica dell’emigrazione si è tenuto il 18 luglio a Montefegatesi, presso il Teatro Ermete Zacconi, l’incontro, dal titolo “La selva salva! Salviamo i castagni, che ci hanno sfamato, dal flagello del Cinipide galligeno”; tale incontro affrontava il problema del Cinipede del castagno, questo insetto, chiamato anche la vespa cinese, sta ormai danneggiando i nostri castagneti, punge le gemme e depone le uova; la pianta reagisce formando, su foglie e germogli dei castagni, degli ingrossamenti verdi o rossastri, di dimensioni da 0,5 a 2 cm, chiamati galle, compromettendo lo sviluppo vegetativo delle piante e la fruttificazione.
Prima le uova e poi le larve vivono all’interno delle galle per tutto l’inverno; nell’anno successo, da giugno ad agosto, a seconda delle condizioni climatiche, dalle galle escono delle farfalle, che volano trasportate dal vento e infestano altri castagneti sani; l’infestazione è molto rapida perché ciascuna farfalla depone da 50 a 150 uova; ma anche l’uomo, trasportando piante infestate, può contribuire alla diffusione dell’insetto.
Il Cinipide, originario della Cina, è stato introdotto accidentalmente in Giappone (1941), in Corea (1963) e in seguito nel sud-est degli Stati Uniti (1974), dove ha provocato danni consistenti alle castanicolture, basate prevalentemente sulla coltivazione di varietà giapponesi o cinesi. In Italia (prima segnalazione per l’Europa) é stato segnalato per la prima volta in provincia di Cuneo nella primavera del 2002; l’introduzione del Cinipide potrebbe essere avvenuta, come nel caso degli Stati Uniti, attraverso l’importazione di marze infestate con presenza di uova o dei primi stadi larvali all’interno delle gemme.
L’insetto, dalla provincia di Cuneo, si è rapidamente trasferito, in poco tempo, su tutto il territorio italiano, raggiungendo anche la Slovenia e la Francia.
La sua espansione è stata molto rapida, soprattutto perché non ha trovato nemici, che ne hanno impedito o rallentato la sua diffusione; in Giappone, dove esiste dal 1941, i danni ai castagneti sono stati limitati, perché è stato combattuto, subito dopo la sua scoperta, con una lotta biologica utilizzando un insetto, il Torymus sinensis; questo insetto è il nemico naturale del Cinipide perché si ciba esclusivamente delle sue larve, limitandone quindi il suo sviluppo e la sua diffusione; infatti in Giappone l’introduzione estesa del Torymus in circa 4 o 5 anni ha permesso di limitare i danni in modo apprezzabile, portando le percentuali di germogli attaccati a valori modesti e ampiamente al di sotto della soglia di danno economico (30% dei germogli colpiti); purtroppo l’eliminazione totale del Cinipide dai nostri castagneti non sarà più possibile.
I tecnici invitati a Montefegatesi hanno confermato che non esistono alternative a questo metodo; é sbagliato usare trattamenti chimici perché sono poco efficaci ed addirittura dannosi per l’apicoltura e perché, paradossalmente, uccidono il Torymus, che è l’antagonista naturale del Cinipide. Va ricordato inoltre che i trattamenti chimici non sono compatibili con le produzioni di Denominazione d’Origine Protetta (DOP) e d’Indicazione Geografica Protetta (IGP), che qualificano un territorio e danno supporto all’economia locale.
In Toscana la prima segnalazione del Cinipide è avvenuta nel giugno 2008, a seguito del ritrovamento dell’insetto in alcune aree nel Comune di Carrara. A seguito di questa segnalazione è stato realizzato un ampio monitoraggio da parte del Servizio Fitosanitario Regionale e del Servizio META della Regione, in collaborazione con il Servizio Foreste della Provincia e con le Comunità Montane; dal monitoraggio era emersa una massiccia presenza dell’insetto.
Il monitoraggio nella Media Valle è stato probabilmente poco preciso e incompleto, anche se erano arrivati segnali di allarme alle istituzioni: infatti alcuni proprietari di castagneti, subito dopo i primi avvistamenti della galla del Cinipide, avevano portato, spinti dalla volontà di collaborazione, campioni di foglie nelle sedi istituzionali locali; ma l’impressione, percepita da molti, è che il loro contributo non fosse apprezzato o non tenuto nella giusta considerazione; ciò ha innescato rabbia e preoccupazione perché, già questo anno, l’infestazione, osservata nella Media Valle, è stata più estesa e a livelli maggiori di quanto indicato sulle mappe dell’infestazione, pubblicate dalle istituzioni; da queste mappe era emerso infatti che l’infestazione era limitata e circoscritta, e che non c’era urgenza di interventi.
In altre regioni invece, ad esempio in Emilia Romagna, le istituzioni si sono attivate immediatamente e hanno reso la popolazione più attiva nella lotta: ad esempio è stata diffusa una scheda tecnica di facile compilazione, da inviare via fax ad un centro di raccolta; con questa soluzione il monitoraggio è stato puntuale e tempestivo, e ha consentito di verificare che, dal 2009 fino ai primi mesi del 2011, l’insetto ormai si è insediato in modo definitivo e preoccupante in molte aree con una diffusione dell’infestazione molto rapida; per poter effettuare in modo più rapido possibile i lanci del Torymus, sono state attivate numerose “biofabbriche naturali” dell’insetto.
Sul nostro territorio, sono molto diffusi il desiderio e l’impegno per conservare “in buone condizioni” per le generazioni future i castagneti, ricevuti “sani” da quelle passate; ecco le motivazioni dell’incontro organizzato a Montefegatesi; i castagneti sono parte integrante del nostro paesaggio, della nostra storia e del nostro patrimonio culturale; portano benefici ambientali attraverso la salvaguardia dell’assetto ambientale e idrogeologico, la tutela della biodiversità e la conservazione del paesaggio rurale.
All’incontro a Montefegatesi sono stati invitati numerosi amministratori, tra cui quelli di Bagni di Lucca; ma nessun politico ha partecipato; solo alcuni hanno giustificato la propria assenza per impegni personali, degli amministratori di Bagni di Lucca non si è avuto nessun contatto.
All’incontro è stato invitato, in qualità di relatore un tecnico della Confederazione Italiana degli Agricoltori (CIA) di Lucca, che ha illustrato in modo chiaro il problema del Cinipide; durante la discussione un funzionario della Comunità Montana della Media Valle, ha informato i partecipanti, alcuni dei quali rappresentavano le categorie degli imprenditori agricoli, sugli interventi messi in atto dalle istituzioni; non era presente nessun tecnico dell’Amministrazione Comunale di Bagni di Lucca.
Se la lotta all’insetto non sarà rapida ed efficace si prevedono purtroppo pesanti conseguenze, oltre che sotto il profilo economico, anche sotto quello socio culturale; si ricorda che la farina di castagno, definito dal poeta Giovanni Pascoli “l’antico albero del pane”, dal 1400 è stata nel passato una risorsa alimentare essenziale per la sopravvivenza delle popolazioni di montagna; quindi, per quello che hanno rappresentato, i castagneti devono di essere difesi anche perché potrebbero ridiventare una risorsa economica per le giovani generazioni, motivate a mantenere le proprie radici in montagna.
E’ chiaro che la lotta al Cinipide va affrontata insieme alle istituzioni, ma i proprietari dei castagneti e i soggetti del territorio interessati non possono essere lasciati esclusi dalle iniziative intraprese; la lotta al Cinipide non deve rimanere confinata all’interno delle strutture politiche o delle istituzioni che l’opinione pubblica vede sempre più in ritardo e lontane dai problemi reali delle comunità; le istituzioni, su un tema così delicato ed urgente, dovrebbero mostrare più trasparenza e maggiore concertazione, coinvolgendo i soggetti locali portatori d’interesse (istituzioni, associazioni, proprietari dei castagneti, cittadini) e non tralasciandone nessuno; infatti si prevede che la lotta al Cinipide sarà lunga e faticosa, e serviranno azioni rapide, trasparenti e concertate.
Nell’incontro a Montefegatesi il funzionario della Comunità Montana ha informato che, questo anno e in via sperimentale, nella Media Valle sono stati effettuati due lanci del Torymus; questi consentiranno, nella prossima primavera, di verificare l’adattabilità dell’insetto al nostro territorio; poiché serviranno un numero maggiore di lanci e il costo di un lancio è circa 5000 euro, noi, cittadini attivi, ci auguriamo che le istituzioni siano in grado di reperire le risorse economiche necessarie; in un periodo di grave crisi economica, con le istituzioni prive di risorse e, in taluni casi, a rischio di chiusura, temiamo che la lotta al Cinipide sarà lenta e poco efficace; quindi desideriamo aprire un dibattito trasparente su quanto le istituzioni stanno facendo.
Per rendere molto incisiva questa lotta si stanno realizzando in fretta vere e proprie “biofabbriche naturali”, in grado di riprodurre il Torymus da lanciare in primavera; ad esempio una biofabbrica naturale è stata realizzata dalla Regione Toscana in Garfagnana a Camporgiano, ma sarebbe auspicabile realizzarne un’altra anche nella Media Valle o addirittura sul territorio del Comune di Bagni di Lucca, che in Italia è il comune montano più esteso.
L’incontro a Montefegatesi aveva anche l’obiettivo di organizzare un gruppo di lavoro che si dovrebbe impegnare ad individuare un piano locale di azione, che preveda azioni concrete e condivise con la partecipazione attiva anche di tutti gli attori interessati alla lotta al Cinipide; il piano locale dovrebbe prevedere:
1. uno stimolo alle istituzioni, affinché facciano pressione sul governo o alle forze politiche in generale, affinché si incrementino le risorse economiche per l’attuazione del piano di settore castanicolo 2010/2013, ed in particolare (a) per sostenere la filiera produttiva del castagno, (b) per ricercare metodi di lotta nuovi al Cinipide e (c) per individuare insetti autoctoni capaci di contrastarne la diffusione; le risorse potrebbero essere reperite attivando le procedure previste per il riconoscimento della calamità naturale per i danni provocati dal Cinipide;
2. un collegamento con altri gruppi che stanno organizzando proteste e manifestazioni affinché il governo estenda le misure a sostegno delle produzioni di frutta a guscio anche al settore castanicolo, in modo da integrare il reddito per la mancata produzione dovuta all’attacco del Cinipide, portando in sede europea le problematiche del settore, in vista dei nuovi finanziamenti europei del 2014-2020, in via di definizione;
3. il coinvolgimento attivo di agenzie assicurative, insieme alle istituzioni e in collaborazione con le associazioni di categoria, per concordare e definire forme di polizze assicurative, onerose per i soggetti danneggiati dall’infestazione, ma convenienti e vantaggiose per poter compensare, almeno in parte, i danni economici ricevuti dalla presenza del Cinipide;
4. un tentativo per realizzare in Media Valle un’area sperimentale di pre-moltiplicazione del Torymus, come quella già avviata a Camporgiano in Garfagnana; in questo modo l’insetto, riprodotto localmente in tempi brevi e a bassi costi, potrebbe essere inserito nei nostri castagneti, senza privilegiare parti di territorio, ma trattando tutti nello stesso modo e con la stessa attenzione;
5. una maggiore sensibilità riguardo la diffusione della malattia, un maggiore coinvolgimento attivo della popolazione e una più efficace informazione; sarebbe auspicabile la costituzione di un osservatorio locale per (a) attivare un tavolo locale di discussione, finalizzato a stimolare una partecipazione attiva di forze locali, (b) organizzare azioni locali efficaci e condivise, e (c) fornire informazioni aggiornate sulla malattia.
Il piano locale dovrebbe essere proposto da un gruppo di cittadini attivi, o portatori di interessi locali, che sanno tenere contatti con le istituzioni, sanno discute e fare proposte; sanno verificare sul territorio l’efficacia delle azioni intraprese e sanno gestire l’osservatorio locale; in uno spirito di collaborazione l’osservatorio in concreto:
• fornisce supporto sul territorio alle istituzioni ed alle strutture universitari coinvolte;
• organizza insieme alle istituzioni in tempi brevi una visita all’area sperimentale di Camporgiano, in modo da poter valutare le difficoltà per l’avvio di un’esperienza analoga;
• contatta il prof. Petrini della facoltà di Agraria dell’Università di Pisa che é impegnato ad individuare la presenza di insetti indigeni antagonisti locali al Cinipide; il professore potrebbe avere bisogno di un aiuto per prelevare campioni o per monitorare la diffusione della malattia;
• prende i contatti con la Regione Piemonte che è stata la prima ad avviare nel 2002 uno specifico progetto di ricerca, affidato all’Università di Torino, per produrre e diffondere il parassitoide Torymus sinensis in collaborazione con un prestigioso istituto di ricerca giapponese: il National Agricultural Research Center di Tsukuba;
• avvia contatti con la Regione Toscana e con la Regione Emilia_Romagna molto impegnate a realizzare “biofabbriche naturali”, in grado di riprodurre il Torymus da lanciare in primavera; la diffusione di una scheda informativa, di facile compilazione, da inviare o consegnare alla Comunità Montana e al Comune di Bagni di Lucca consentirebbe un monitoraggio puntuale e un maggiore sfruttamento delle conoscenze e delle esperienze delle popolazioni locali, che sono preziose e non sono da sottovalutare.
Da Montefegatesi quindi è stata lanciato un primo invito ad agire in concreto e a non sottovalutare la diffusione del Cinipide, infatti c’è molta preoccupazione perché si teme che:
1. la malattia diminuisca progressivamente la produzione delle castagne fino alla morte delle piante con gravi conseguenze economiche, sociali, ambientali ed idrogeologiche,
2. sia compromessa anche la produzione di miele, che costituisce un integrazione essenziale per la sopravvivenza di aziende agricole del territorio,
3. i danni ai castagneti possano causare la chiusura definitiva di aziende agricole attivate con sacrificio e fatica da operatori che meritano rispetto, fiducia e aiuti concreti da parte delle istituzioni,
4. siano danneggiati i nostri secolari castagneti, dei quali siamo molto fieri,
5. le istituzioni locali sottovalutino gli effetti della malattia, e non agiscano in modo rapido anche per la mancanza di risorse adeguate in un contesto di crisi economica molto grave.
Questo documento di sintesi è stato preparato da un gruppo di cittadini attivi ed motivati ad agire in modo trasparente e concertato per organizzare una lotta efficace al Cinipide.
Torymus VS Cinipide : Il Primo Round
Il Centro di moltiplicazione e allevamento di Caprarola ha la finalità di rendere il Lazio autosufficiente circa il reperimento del Torymus da introdurre nei castagneti regionali per contrastare la diffusione del cinipide galligeno, il parassita di origine orientale che causa danni alle piante di castagno compromettendone la produzione.
http://www.caprarola.org/2011/05/11/torymus-vs-cinipide-il-primo-round/
The chestnut gall wasp Dryocosmus kuriphilus is a global pest of chestnut (Castanea spp). Established as a pest in the mid-twentieth century in Japan, Korea and North America, this species was first reported in Europe in 2002. Following the successful release of a biological control agent Torymus sinensis in Japan, this parasitoid species has been released in Italy since 2005. Here we discuss the potential of T. sinensis as a viable management option for the biological control of D. kuriphilus in central Europe. We suggest that more consideration should be given to determining, (i) the conditions under which T. sinensis may attack alternative native gall wasp hosts and (ii) the likelihood of hybridization of this species with native Torymus. Both issues are central to predicting unassisted range expansion by released T. sinensis, and to assess the environmental risks associated with a more widespread release of this species in Europe.
http://www.springerlink.com/content/38w6x57r7t54h057/