Dopo Eschilo e Sofocle, un passo ancora indietro: Omero. Un nuovo tentativo di teatro di parola: a verso a verso, andando a capo quando il senso è finito. Provando ci accorgiamo per simpatia, per assonanza che ILIADE è ancora lettera viva se chi dice o ascolta è vigile, disponibile. Questa è una battaglia, una sfida della poesia contro l’assuefazione, contro l’ignoranza, contro tutto ciò che è offesa al mondo. Proviamo a dire i versi di Omero voltati in italiano da Rosa Calzecchi Onesti (grazie all’infaticabile cura editoriale di Cesare Pavese) e ad imbastire con ago e filo una geometria ritmica di duelli verbali: s’impara la lima e la pazienza: a mettere in connessione la lettera con la vita, con la realtà, a dargli forma, pensiero, anima e immaginazione e a osservare come lievita un pane di parole o come si leviga un legno carico di versi o come si zappa un campo irto di accenti. Verso a verso come corpo a corpo, come duello, testo/aedo, che poi dopo il duello si fa coro e quindi polifonia condivisa: fiumi ascoltare!
Gianluca Guidotti ed Enrica Sangiovanni
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Sappiamo bene tuttavia che qualunque traduzione è una messa in scena che adatta un testo perlomeno a un nuovo clima verbale e lo colloca in un gioco di riflessi e di richiami, di sopraggiunte oscurità e insospettate possibilità d’echi, che è sempre un travestimento. Ma sappiamo altresì che altro è accontentarsi della generica suggestione di un testo e tradurla secondo un secolare schema oratorio, altro accostarsi alla lettera viva armati di una sensibile e attenta filologia, come di una bilancetta, che dovrà scrupolosamente dosare l’oro della poesia. Di questa nostra convinzione non ci pare anzi nemmeno di doverci vantare: è una semplice esigenza di coscienza e di gusto e chi oggi non la sente si mette fuori non dico della “civiltà letteraria” di buona memoria ma del normale alfabetismo.
Cesare Pavese – 1950
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Chi aveva sognato che la forza, grazie al progresso, appartenesse ormai al passato, ha voluto vedere in questo poema un documento; chi sa discernere la forza, oggi come un tempo, al centro di ogni storia umana, vi trova il più bello, il più puro degli specchi. La forza è ciò che rende chiunque le sia sottomesso una cosa. La straordinaria equità che ispira l’Iliade non ha avuto imitatori. A malapena ci si accorge che il poeta è greco e non troiano. L’Iliade fu l’unico vero testo dell’epopea occidentale, suoi soli continuatori furono Eschilo e Sofocle. Gli uomini ritroveranno il genio epico quando sapranno credere che nulla è al riparo dalla sorte, quindi non ammirare mai la forza, non odiare i nemici, non disprezzare gli sventurati. E’ dubbio che ciò sia prossimo ad accadere.
Simone Weil – 1940
ILIADE – I FIUMI PARLANO – fabbricazione duello uccisione riscatto compianto sepoltura da Omero | traduzione Rosa Calzecchi Onesti, Giulio Einaudi editore |regia Gianluca Guidotti Enrica Sangiovanni | conflagrazioni poetiche Cesare Pavese(1908/2008), Simone Weil (1909/2009)
aedi Enrica Sangiovanni, Gianluca Guidotti, Andrea Sangiovanni, Alfredo Puccetti, Luciano Ardiccioni